Governo contro l'evasione, trovato il modo di far pagare a tutti le tasse

Nel 2023, l'Agenzia delle Entrate ha recuperato un record di 24,7 miliardi di euro grazie alla digitalizzazione e a misure straordinarie.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Nel 2023, l'Agenzia delle Entrate ha segnato un nuovo record nel recupero dell'evasione fiscale, incassando 24,7 miliardi di euro, un aumento del 22% rispetto all'anno precedente. Questo risultato storico è stato ottenuto grazie alla combinazione di controlli ordinari e misure straordinarie, come la rottamazione delle cartelle e la definizione delle liti pendenti. Anche la digitalizzazione ha giocato un ruolo fondamentale nel rendere più difficile l'evasione fiscale, aumentando la capacità dell'Agenzia di individuare e recuperare somme evase.

Il direttore dell'Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, ha sottolineato il potenziale dell'intelligenza artificiale nell'analisi dei dati per migliorare ulteriormente l'efficacia dei controlli fiscali. Tecnologie come l'intelligenza artificiale stanno rivoluzionando le pratiche di riscossione fiscale, consentendo una maggiore precisione nelle analisi di rischio e un supporto più efficace per l'adempimento spontaneo da parte dei contribuenti.

Questo risultato non solo rappresenta un record assoluto di recupero, ma anche un passo significativo verso la prevenzione dell'evasione fiscale e il potenziamento del gettito spontaneo da parte dei contribuenti. Il governo, guidato dal Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, si impegna a riscrivere il sistema fiscale per garantire un equilibrio tra l'obbligo di pagamento delle tasse e la volontà di favorire una relazione collaborativa tra Fisco e cittadini.

Inoltre, il governo prevede di introdurre misure aggiuntive per contrastare l'evasione fiscale e semplificare le procedure fiscali, al fine di ridurre l'irregolarità e sostenere l'economia nazionale. Si prevede che la riforma fiscale sarà completata entro l'estate, con l'obiettivo di migliorare ulteriormente l'efficienza del sistema fiscale italiano.

Tra le possibili azioni prese in considerazione c’è anche il monitoraggio dei social media: in teoria dovrebbe aiutare a trovare chi si dichiara nullatenente ma poi ha uno stile di vita lussuoso - caso purtroppo molto comune nel nostro Paese. 

Ne ha parlato anche l’esperto Matteo Flora, sottolineando come si pongano questioni di privacy molto serie. Le autorità possono usare strumenti di scraping automatico, che rendono la raccolta dei dati particolarmente veloce ed economica. 

Questi dati tuttavia si prestano a molti usi e abusi, che non si limitano a una legittima verifica fiscale. L’accumulo di informazioni su una persona è sicuramente utile per assicurarsi che quella persona paghi le tasse dovute, e da questo punto di vista l’idea sembra indiscutibile. Tuttavia è la stessa esistenza di quei dati, in mano ad autorità governativa, ad essere problematica. 

Non bisogna andare molto lontano per trovare un esempio: Flora stesso cita la vicenda di Cambridge Analytica, che esemplifica perfettamente come dati raccolti per uno scopo poi possano servire per cose del tutto diverse - compreso manipolare l’esito di un referendum come quello sulla Brexit.

Da una parte quindi va benissimo che l’Agenzia delle Entrate sfrutti al massimo i moderni mezzi digitali per proseguire la lotta all’evasione fiscale. Ma serve anche che si dia retta al Garante Privacy, e che si mettano in atto le misure corrette per la tutela delle informazioni.