Dei matti vogliono bruciare pneumatici per produrre Bitcoin

Generare energia per minare bitcoin tramite la bruciatura dei pneumatici? A qualcuno sembra un'ottima idea votata al riciclo.

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a cura di Andrea Maiellano

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Un'azienda di criptovalute con sede in Pennsylvania, la Stronghold Digital Mining per la precisione, è finita al centro di una controversia a causa del suo piano di utilizzare pneumatici bruciati, come fonte di energia per alimentare il mining di Bitcoin.

L'azienda, difatti, ha chiesto all'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) l'autorizzazione per questa iniziativa, la quale prevede, per l'appunto, di bruciare pneumatici per generare energia destinata al mining di Bitcoin. Questo progetto pilota ha suscitato, ovviamente, l'indignazione tra i residenti e gli attivisti ambientali della tranquilla township dei Poconos, Nesquehoning, dove sarebbe situata la struttura.

Carol Etheridge, una residente locale, ha dichiarato al The Guardian di essere rimasta scioccata da questa iniziativa e ha espresso la sua incredulità per il fatto che sia permesso bruciare pneumatici con così tanta facilità per scopi come questo.

Sebbene l'utilizzo della combustione di pneumatici per produrre energia sia legale, e in passato fosse considerato un metodo alternativo ai combustibili fossili convenzionali approvato persino dall'EPA, attualmente sono sorte numerose preoccupazioni in merito ai rischi ambientali. La combustione dei pneumatici, difatti, può rilasciare sostanze chimiche tossiche, come il Furano che, oltre ad avere difficoltà a degradarsi nell'ambiente, sono più volte state asocciate alla contrazione del cancro.

Stronghold Digital Mining, tuttavia, continua a spingere sul fatto di essersi sempre dedicata a operazioni votate al riciclo, inizialmente con il carbone da rifiuti nelle sue centrali in Pennsylvania e ora con l'utilizzo di pneumatici usati, tuttavia, gli attivisti ambientali locali ritengono che sia necessaria un'analisi più approfondita degli impatti ambientali di questo progetto, sottolineando che la combustione dei pneumatici potrebbe aggravare il problema dell'inquinamento in zona.

Stronghold ha sottolineato, inoltre, sul suo sito web di "migliorare attivamente l'ambiente" ma secondo le testimonianze di numerosi ambientalisti, le emissioni di biossido di zolfo, e di biossido di azoto, sono aumentate dopo che Stronghold è subentrata nella gestione  della struttura di Panther Creek Energy Facility, una ex miniera di carbone a Nesquehoning, esattamente dove intenderebbero utilizzare i pneumatici bruciati per alimentare parte del loro mining di Bitcoin.

Gli avvocati e gli ambientalisti stanno chiedendo al governo statale di respingere questa iniziativa, sottolineando che rappresenta una minaccia per la qualità dell'aria della Pennsylvania e non affronta adeguatamente i problemi ambientali. La controversia ovviamente è destinata a continuare ma siamo curiosi di vedere come finirà questa peculiare storia.