Dell cerca la fuga da Wall Street, la crisi dei PC morde

Dell sarebbe in trattativa con due fondi di private equity per uscire dalla Borsa, tornando a essere privata. Con questa mossa l'azienda texana potrebbe concentrarsi maggiormente sui progetti di riscossa, senza dover lavorare con l'assillo degli analisti.

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a cura di Manolo De Agostini

Dell potrebbe tornare a essere un'azienda privata, non quotata in Borsa. Il colosso texano, che lo scorso anno ha perso quasi un terzo del proprio valore, sarebbe in trattativa con alcuni fondi di private equity, TPG Capital e Silver Lake, per verificare le possibilità di vendita e attuare l'uscita dal listino pubblico (il titolo è quotato al NASDAQ).

La notizia è stata riportata inizialmente dal sito economico Bloomberg, ma anche il Wall Street Journal ha raccolto le medesime indiscrezioni, sottolineando che le trattative sono in corso da alcuni mesi e che un accordo potrebbe essere siglato entro i prossimi due mesi, sebbene una fonte di Bloomberg non escluda novità già nel corso della settimana.

L'intesa potrebbe tuttavia non arrivare, in quanto i fondi di private equity potrebbero non essere in grado di ottenere il finanziamento necessario o identificare le modalità con cui uscire dall'investimento in futuro. D'altronde non si tratta di un investimento da poco e Dell ha un valore di mercato di circa 18,9 miliardi di dollari (dato dell'11 gennaio).

Non si esclude però un intervento diretto di Michael Dell - che già nel 2010 pensò di uscire dalla Borsa - per agevolare l'operazione. L'amministratore delegato ha un patrimonio netto di 13,7 miliardi di dollari, il 15,7% dell'azienda e la sua società di gestione investimenti, MSD Capital LP, controlla circa 9 miliardi di dollari secondo Bloomberg. Michael Dell potrebbe usare una parte di quella ricchezza per contribuire al finanziamento dell'operazione.

Secondo gli analisti questa mossa potrebbe aiutare Dell a riguadagnare competitività, senza dover avere a che fare con l'appuntamento trimestrale con gli azionisti pubblici. Secondo le ultime stime di IDC, Dell è il terzo produttore di personal computer, nettamente staccato dal duo HP/Lenovo.

L'azienda non ha inoltre trovato adeguata collocazione nel settore dei tablet e degli smartphone, sebbene abbia provato a entrarvi - ma con poca convinzione. Dell è inoltre attiva anche nel settore dei servizi, dove ha operato moltissime acquisizioni, ma il fatturato del settore PC rappresenta la metà di quello dell'intera azienda. Nonostante tutto il colosso texano vanta una buona liquidità, che rappresenta un salvagente per affrontare un calo di vendite e utili (qui gli ultimi dati finanziari).

Sulla scia di questa notizia il titolo in Borsa è cresciuto fino a chiudere con +13% e  nel corso della seduta le contrattazioni sono anche state bloccate. Secondo Brian Marshall, analista di ISI Group, Dell ha già molti dei "pezzi" del puzzle che le servono per reinventare sé stessa. "Avrebbe senso per loro diventare privati, risolvere i problemi della società dietro le quinte e poi uscirne come un'azienda più piccola, veloce e remunerativa quando il mutamento sarà stato completato".

Già, forse è la cosa migliore, ma come sempre saranno i posteri a parlare. Di certo pochi avrebbero detto che si arrivasse fino a questo punto, quando nel 1997 Michael Dell si mise negli ipotetici panni dell'amministratore delegato di una Apple in grave crisi affermando lapidario: "Cosa farei? Chiuderei e darei i soldi agli azionisti". Speriamo per chi lavora in Dell che il fondatore non si prenda alla lettera.