Ecco la prima risoluzione ONU per l'IA, ma è decisamente banale

L'accordo siglato dall'ONU che mira a proteggere i dati personali e a salvaguardare i diritti umani non è vincolante, quindi facilmente aggirabile

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a cura di Marco Silvestri

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Lo scorso giovedì 21 marzo, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha annunciato l'approvazione unanime della prima risoluzione globale sull'intelligenza artificiale che, per quanto ampiamente concordata, non risulta vincolante ne in alcun modo innovativa. Il documento punta a migliorare la protezione dei dati personali, le politiche sulla privacy, monitorare attentamente l'IA per identificare potenziali rischi e difendere i diritti umani. Tale iniziativa, frutto di una proposta statunitense, ha ricevuto il sostegno della Cina e di altri 121 paesi.

Nonostante si tratti di un accordo non vincolante, quindi teoricamente privo di effetti concreti, questa risoluzione ha trovato ampio favore nell'industria dell'IA. Brad Smith, Vice Presidente e Presidente di Microsoft, ha espresso il suo pieno supporto tramite la piattaforma X, sottolineando come il consenso ottenuto rappresenti un passo critico verso la creazione di norme internazionali per lo sviluppo etico e sostenibile dell'intelligenza artificiale, al fine di garantire che questa tecnologia venga utilizzata a beneficio di tutti.

L'adozione della risoluzione per consenso in sede ONU significa che tutti i membri concordano sull'adozione del testo senza procedere a votazione. Questo, tuttavia, non implica che tutti gli Stati membri condividano ogni elemento del documento, permettendo loro di adottare la risoluzione senza voto pur avendo riserve su alcune parti del testo.

Il documento, intitolato "Cogliere le opportunità di sistemi IA sicuri, protetti e affidabili per lo sviluppo sostenibile", è il risultato di tre mesi di negoziazioni. Gli stakeholder coinvolti hanno lodato il livello di cooperazione internazionale raggiunto, con un alto funzionario dell'amministrazione statunitense che ha evidenziato l'importanza di questo "primo vero documento di consenso globale sull'IA".

L'iniziativa si aggiunge a una serie di sforzi compiuti a livello globale da vari governi per influenzare il percorso di sviluppo dell'IA, in particolare in seguito al lancio di tecnologie come ChatGPT e GPT-4 e all'enorme attenzione sollevata da alcuni membri dell'industria tecnologica. La risoluzione ha quindi l'obiettivo di affrontare i pericoli legati all'applicazione irresponsabile o malevola dei sistemi AI, che potrebbero mettere a rischio diritti umani e libertà fondamentali.

Tra le preoccupazioni sollevate dai critici ci sono il potenziale minaccioso dell'IA nei confronti dei processi democratici, l'incremento delle attività fraudolente e un significativo impatto sulla forza lavoro.

Nonostante si attendessero resistenze da parte di nazioni come la Russia e la Cina, funzionari statunitensi hanno riferito di "numerosi dibattiti accesi" durante le negoziazioni. Tuttavia, hanno anche sottolineato la riuscita nel coinvolgere tali paesi e altri solitamente in disaccordo con gli USA su varie questioni, concordando su un testo di risoluzione che cerca di mantenere un equilibrio tra promozione dello sviluppo e tutela dei diritti umani.

Sebbene questo nuovo accordo ONU possa essere considerato il primo "globale" nel senso che include la partecipazione di ogni Stato membro delle Nazioni Unite, non è il primo accordo internazionale sull'AI. Tale riconoscimento va alla Dichiarazione di Bletchley, firmata a novembre da 28 nazioni in occasione del primo Summit sull'AI nel Regno Unito.

Inoltre, a novembre, gli Stati Uniti, il Regno Unito e altre nazioni hanno presentato un accordo incentrato sulla creazione di sistemi IA "sicuri per progettazione", per proteggere dall'abuso da parte di attori malevoli. L'Europa, nel frattempo, sta avanzando lentamente verso l'implementazione delle prime normative comprensive sull'IA al mondo, mentre il governo degli Stati Uniti cerca ancora un consenso su azioni legislative riguardanti la regolamentazione dell'IA, con l'amministrazione Biden che spinge per misure volte a mitigare i rischi, aumentando al contempo la sicurezza nazionale.