Editori di ebook ammettono le loro colpe e inguaiano Apple

Tre editori cercano un accordo extragiudiziale nella causa antitrust nella quale è coinvolta anche Apple. Il processo è ancora aperto ma sarà dura dimostrare l'innocenza degli imputati. Tutto a vantaggio di Amazon.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Tre dei più grandi editori hanno raggiunto un accordo extragiudiziale con il quale s'impegnano a risarcire i loro clienti per un totale di 69 milioni di dollari, nell'ambito di un processo che li vede accusati di aver fatto cartello sui prezzi, insieme ad altre due società e ad Apple. Ancora più importante, s'impegnano a sospendere per due anni il "modello di agenzia", cioè il metodo di distribuzione reso famoso da Apple. L'accordo era stato proposto la prima volta lo scorso aprile.

L'accordo deve ancora ricevere l'approvazione della Corte, e vede coinvolti Hachette Book Group, HarperCollis e Simon & Schuster, che insieme rappresentano la quasi totalità del mercato librario d'oltreoceano.

Gli eBook dovrebbero costare meno, ma spesso non è così

"L'accordo di oggi porterà rimborsi ai clienti che hanno pagato prezzi gonfiati per gli ebook" ha commentato il Pubblico Ministero del Texas Greg Abbot. Più che i rimborsi per i lettori, pure importanti, quello che potrebbe fare una grossa differenza è l'abbandono del modello attuale.

Il "modello di agenzia" funziona così: l'editore del prodotto (software o libro) stabilisce il prezzo al pubblico, e il distributore (Apple, Amazon, etc) riceve una percentuale sulla vendita, generalmente il 30%.  Il modello tradizionale invece prevede che il distributore compri i libri dall'editore, e poi decida autonomamente il prezzo al pubblico.

Cyrus Farivar scrive su Ars Technica che tra le prime conseguenze ci sarà una probabile diminuzione dei prezzi per gli ebook venduti da Amazon, un fatto che riguarderebbe in parte anche altri mercati oltre a quello USA, compresa l'Italia.

Tra chi invece ne farebbe le spese si conta anche Apple, che tra l'altro è coinvolta come imputato insieme agli editori Macmillan e Penguin - ma questi non hanno firmato il documento proposto alla Corte. Secondo l'azienda di Cupertino l'accordo è "fondamentalmente ingiusto" perché di fatto cancellerebbe i contratti tra la società (che vende libri tramite iBooks) e i tre editori coinvolti.

La libreria di Apple potrebbe svuotarsi in un attimo

A questo punto però i dirigenti di Amazon possono mettere in fresco lo spumante (prodotto in California probabilmente), mentre per Apple le cose si mettono male. L'azienda guidata da Tim Cook ha indicato in Amazon il "mandante" dell'indagine, ma resta il fatto che la questione ha sollevato anche l'attenzione delle autorità europee - ma per ora non si è mosso ancora nulla nel Vecchio Continente.

Se, come sembra, Apple dovesse rinunciare al proprio modello di vendita per gli ebook si ritroverebbe a competere con Amazon giocando in casa dell'avversario, e senza poter proibire agli editori di vendere altrove con prezzi inferiori che su iBooks. Sarebbe un duro colpo per l'azienda, che tutto sommato è tra gli ultimi arrivati in un mercato che Amazon controlla quasi totalmente.

Da una parte questa è un'ottima notizia per i consumatori, ma dall'altra è lecito preoccuparsi perché dopotutto in questo modo si riconosce ancora più potere a quello che è un monopolista di fatto - e questo generalmente non è un bene.

Aggiornamento: nell'ambito dell'indagine europea Apple e quattro editori hanno proposto ad altri distribuitori la possibilità di vendere per due anni a prezzi scontati (inferiori a quelli di iBooks), nella speranza di fermare le indagini ed evitare una possibile multa.