Elon Musk: magari siamo solo personaggi di un videogame

Più la scienza progredisce e meno risposte abbiamo, almeno per quelle domande che più di tutte spingono in avanti la nostra esistenza. Elon Musk, con altri, ci ricorda ancora una volta che il ventaglio di possibilità include il fatto che potremmo essere tutti dentro una simulazione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La realtà esiste? Noi esistiamo? La vita è un sogno? Questi interrogativi occupano il pensiero umano da migliaia di anni a non hanno mai avuto una risposta definitiva, e probabilmente non l'avranno ancora per molto tempo. Non per questo abbiamo smesso di discuterne, anzi è proprio la ricerca di una risposta ad aver stimolato il nostro pensiero e la ricerca di sempre maggiore conoscenza.

Un dibattito tanto filosofico quanto scientifico (e religioso) che ha trovato una nuova spinta di recente, proprio in funzione degli avanzamenti della tecnologia. Alcuni, infatti, ritengono possibile che la nostra realtà possa essere una simulazione; a tornare sull'argomento è stato Elon Musk, in un'intervista rilasciata di recente.  

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Sì, quell'Elon Musk che alcuni definiscono un Tony Stark in carne e ossa, il padre di progetti come Tesla, SpaceX o Hyperloop. Un simbolo della modernità, una luce che illumina il nostro futuro ma anche uno tra quelli che si dicono "spaventati" dall'Intelligenza Artificiale e dalla possibile estinzione del genere umano. A tal proposito, l'imprenditore ha svelato che tra le società che sviluppano AI ce n'è "solo una" che lo spaventa - senza però dare indizi su quale sia (Google, Facebook, Amazon... chi lo sa?).

Secondo Musk c'è "una possibilità su un miliardo" che l'umanità sia una creazione artificiale, e che la nostra sia una vita simulata sul computer di qualcun altro. Dopotutto i recenti passi avanti della Realtà Virtuale suggeriscono che noi stessi potremmo presto essere in grado di creare una simulazione simile. Qualcun altro potrebbe esserci già riuscito quindi, e noi ne saremmo il prodotto. O forse la Terra stessa è un computer concepito per elaborare una domanda che possa dare senso alla risposta data da un altro computer.

Uno schiaffo in faccia a Descartes e al suo celebre cogito ergo sum, e in un certo senso è l'idea di Intelligenza Superiore che rientra in gioco - proprio da voci dalle quali, in teoria, ci si aspetterebbe l'esatto contrario. Perché dopotutto non è molto diverso dall'affermare che esiste una divinità onnipotente che ha creato tutto e che ha un progetto per ognuno di noi - e pertanto l'Essere Umano non può fare nulla per alterare il proprio destino.

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René Descartes

Deprimente? Secondo Musk non è necessariamente una brutta cosa. "Se una civilizzazione smette di avanzare potrebbe essere per qualche calamità che cancella la civilizzazione stessa", ha detto il fondatore di Tesla e SpaceX, quindi "o creiamo simulazioni che sono indistinguibili dalla realtà, o la civilizzazione smette di esistere".

Nulla escluderebbe, a questo punto, che se noi siamo una simulazione, potrebbe esserlo anche l'entità superiore che ci controlla, e lo stesso potrebbe valere per il livello superiore, e così via. Oppure potrebbe essere tutto opera di una AI che persegue chissà quale scopo. O forse la realtà è precisamente ciò che conosciamo e non c'è alcun mistero da scoprire. Tutto è possibile in effetti, e l'unico mistero qui è dove abbia preso Musk quel valore di "uno su un miliardo". Roba da farsi venire l'emicrania.

Quello sollevato da Musk è lo stesso dibattito su cui ci interroghiamo dai tempi di Democrito, o anche prima. Sono conversazioni stimolanti e complesse, ed è sicuramente quel tipo di speculazione filosofica di cui la scienza ha sempre avuto bisogno per progredire. Ma si rischia anche di perdersi in labirinti semantici e logici; roba che delizierebbe un lettore di Borges, ma che può risultare imbarazzante in altri contesti. Sarà per quello che Musk, suo fratello e i loro amici si sono proibiti di toccare l'argomento nelle loro riunioni in vasca idromassaggio - il che in effetti ci ricorda che non tutti viviamo nello stesso mondo, e che se siamo personaggi di un gioco virtuale, allora a qualcuno è toccato un giocatore più abile di altri. 

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