Enciclopedia Britannica solo online, la carta è roba vecchia

L'Enciclopedia Britannica non avrà più un'edizione cartacea. Esisterà solo online, con un sito che offre i propri servizi con un abbonamento annuale. Un sistema che funziona, e che già ora produce più profitti dei tradizionali tomi. Dovremo trovare qualcos'altro da esporre in salotto.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'Enciclopedia Britannica dice addio alla versione cartacea. Dopo quasi tre secoli – 244 anni per l'esattezza – il più famoso compendio della conoscenza umana abbandona i 32 corposi volumi e le rilegature di lusso per passare definitivamente a una moderna forma digitale.

Succede perché il doppio canale (cartaceo e online) dal 2008 ha dimostrato che il pubblico ormai predilige la più agile versione digitale, da consultare sul web. Delle dodicimila copie stampate nel 2010 ne sono state vendute soltanto ottomila, mentre l'abbonamento annuale da 53 euro permette ormai una consultazione profonda, immediata, a largo raggio. La differenza sono sessanta chili di carta – è il peso dei trentadue volumi – e gli scaffali necessari per sistemare i libroni.

Enciclopedia Britannica, 1777

Strano a dirsi, non c'è ancora l'applicazione Enciclopedia Britannica per smartphone e tablet, per portarsi l'opera in tasca, ovunque. Ci sono versioni Kids, didattiche, per i dispositivi mobili, ma non è la stessa cosa. C'è però un sito mobile che funziona quanto quelle applicazioni che leggono i dati online all'occorrenza (sono sostanzialmente un browser ritoccato). Di certo se la scelta dev'essere tra applicazione e sito mobile, il secondo deve avere sempre la precedenza: vale per chiunque, per un enciclopedia o per un sito come il nostro.

Questa scelta rende superflua un'applicazione dedicata, tranne per chi magari preferirebbe un'applicazione con i dati in locale. Sarebbe probabilmente impossibile, per via dello spazio ancora contenuto offerto da smartphone e tablet.

Dunque un nuovo inizio, non la fine di un'avventura culturale prestigiosa. Looking ahead, guardando al futuro, scrive il presidente della Britannica, Jorge Cauz. "Siamo in grado di aggiornare costantemente i contenuti ed espandere ulteriormente il numero di argomenti e la profondità con cui essi vengono trattati senza i vincoli di spazio della stampa tradizionale. Oggi la nostra banca dati digitale è molto più grande di quello che potremmo inserire nell'edizione di carta. Possiamo aggiungere e rivedere le voci in pochi minuti, ogni volta che ce n'è bisogno, e lo facciamo molte volte al giorno".

Insomma, Content is King, come disse Bill Gates nel 1996. La cosa importante non è il contenitore ma il contenuto.

Enciclopedia Britannica, 2012

Altri potrebbero invece chiedersi perché ci è voluto così tanto a fare questa scelta, nell'epoca di Wikipedia. La nota enciclopedia online che tutti conosciamo dopotutto conta su più articoli della Britannica, ed è gratuita. Eppure il business funziona ancora, e piuttosto bene E i motivi ci sono.

"Magari non siamo grandi come Wikipedia, ma abbiamo un approccio accademico, un processo editoriale, e articoli basati sui fatti e scritti bene" spiega Cauz. "Crediamo che tutte queste cose siano molto importanti, e creino un'alternativa che vogliamo offrire a più persone possibili. Crediamo che ci siano 1,2-1,5 miliardi di ricerche per le quali abbiamo la risposta migliore".

Insomma, la solita storia. Wikipedia è una gran cosa, ma conta sul lavoro volontario di autori non necessariamente professionisti né affidabili, e i contenuti sono esposti a manipolazioni. Una vera enciclopedia invece non ha di questi problemi, e per molti è preferibile. Anche per voi?

Ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione.