Enel Fibra con calma, a maggio solo 50 famiglie di Perugia

Enel Open Fiber parte con lentezza. I lavori sulle prime 5 città partiranno solo a settembre e secondo le previsioni ci vorranno 18 mesi per i primi servizi ultra-broadband.

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a cura di Dario D'Elia

Tempi lunghi per la fibra di Enel. Giovedì scorso con l'annuncio del piano ultra-broadband di Enel Open Fiber avevamo capito che da maggio gli utenti di Perugia avrebbero potuto attivare i nuovi servizi. Oggi si scopre, grazie a una lunga intervista rilasciata dall'AD Pompei ad Affari & Finanza, che tra un mese saranno solo 50 le famiglie privilegiate. "I lavori sull'intera città partiranno a settembre, assieme a quelli di altre 4 città del primo blocco che abbiamo annunciato giovedì scorso: Cagliari, Bari Catania e Venezia", ha confermato il manager di Enel Open Fiber.

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La situazione italiana (Infratel)

Entro 3 anni saranno 224, ma con questo ritmo c'è da farsi poche illusioni sul breve termine. Meglio di niente, penseranno alcuni, ma è evidente che tutta l'enfasi data al progetto si sgonfia. Malgrado gli accordi con Wind-Infostrada e Vodafone il peso dell'assenza di Telecom Italia si sente.

Quando Pompei ricorda che collegheranno tutti gli armadi alla rete primaria di Telecom Italia - quella dove sono le loro centrali e quelle dove sono attestati i concorrenti, da Vodafone a Wind, a Fastweb - in fondo conferma la cruda realtà. Telecom Italia possiede la più estesa rete in fibra del paese, mentre Fastweb e Metroweb si limitano rispettivamente a 41mila km e 7mila km di cavi.

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Enel

Enel Open Fiber condividerà le reti elettriche aeree e interrate per far passare i nuovi cavi, ma senza la fibra primaria degli operatori si può fare poco. Ad ogni modo la mossa di Enel è importante perché smuove le acque nel settore e alimenta le pressioni sull'ex monopolista.

Pompei ha assicurato 18 mesi di lavoro dall'avvio cantieri all'offerta per i consumatori, nelle città coinvolte. Se Telecom non dovesse aderire si troverebbe Infostrada e Vodafone con offerte concorrenziali da 100 Mbps (FTTH) in molti mercati strategici. In autonomia sarebbe costretta a spendere il 30% in più rispetto ai concorrenti per portare la fibra in casa – secondo le stime Enel.

Nel frattempo il Garante delle Comunicazioni ha ufficializzato che là dove ci saranno investimenti pubblici (cluster C e D) le reti realizzate saranno di proprietà dello Stato. Le nuove linee guida parlano di canoni concessione per le reti a finanziamento internamente pubblico. Il ricavato sarà investito per nuove reti e per la creazione di buoni sconto "abbonamenti fibra" dedicati ai giovani e le famiglie meno abbienti.

I bandi pubblici – che partiranno da aprile – puntano a coprire 10 milioni di abitanti in 760 Comuni. Si parla di un 80% raggiunto con FTTC (30/50 Mbps) e un 20% con FTTH (+100 Mbps). La cifra compressiva a disposizione è di 5,6 miliardi di euro: tra vecchi (CIPE 2015) e nuovi stanziamenti. Tre le modalità di intervento: diretto, incentivo, partnership pubblico-privato. Nel primo caso lo Stato realizza i lavori e poi dà in usufrutto oneroso la rete agli operatori. Nel secondo le telco investono almeno il 30% ma poi la rete realizzata viene ceduta dallo Stato. Nel terzo totale collaborazione per le parti.

Infine le società che gestiranno le nuove reti dovranno poi concederle in affitto a condizioni eque e non discriminatorie