Esplosioni nucleari e proiettili per deviare gli asteroidi?

Gli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory stanno polverizzando piccoli meteoriti per individuare la tattica migliore di difesa dalla minaccia degli asteroidi. Probabilmente la soluzione giusta non sarà quella di distruggerli, ma di deviarne la traiettoria con soluzioni mirate.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il rischio per la Terra rappresentato dagli asteroidi è ormai noto: scienziati di agenzie spaziali e non, stanno suonando l'allarme da tempo e attuando programmi di ricerca (come LINEARNEAT,LONEOS per citarne solo alcuni) per la prevenzione. Tutti concordano sul fatto che un monitoraggio attento e serrato potrà farci sapere in anticipo se corriamo dei rischi.

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Come ci aveva spiegato Luca Buzzi dell'Osservatorio Schiaparelli di Varese, che si occupa appunto di monitoraggio degli asteroidi, il sistema ha funzionato così bene che da diversi anni l'obiettivo della NASA di scoprire il 90% degli asteroidi più grandi di un km è stato raggiunto. Ora si cerca di trovare il 90% degli asteroidi più grandi di 140 metri.

Quello che non è ancora chiaro è che cosa fare nel momento in cui si dovesse rilevare una vera minaccia. In passato si è parlato molto dell'impiego del nucleare – che è un'opzione tutt'altro che abbandonata - in questi giorni è ci sono delle novità provenienti dal Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL).

Il loro presupposto di partenza è semplice: fra frammenti più o meno piccoli, nel tempo sulla Terra sono caduti migliaia di piccoli meteoriti, che si possono analizzare per capire se le sostanze di cui sono composti possano dare qualche indicazione utile a difenderci da potenziali minacce.

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In particolare la ricercatrice Megan Bruck Syal con i colleghi si è messa al lavoro su due meteoriti rinvenuti in Antartide che si stima abbiano 4,6 miliardi di anni e finora ha ristretto i possibili provvedimenti di difesa a due soluzioni: l'esplosione nucleare o i proiettili iperveloci. Non per capire come polverizzare gli asteroidi, ma per deviarne la traiettoria in modo da evitare l'impatto con la Terra.

L'idea non è inedita, quello che è nuovo è il metodo usato per fare centro con successo. Bruck Syal ha infatti spiegato che "ogni asteroide è unico" per orbita, rotazione, forma, dimensioni e composizione, e quindi "riuscire a prevedere come reagirà a un tentativo di deviazione rappresenta una sfida".

Il lavoro dei ricercatori sarà quindi quello di analizzare i singoli componenti. Per farlo si appoggeranno alla consulenza di un esperto in ottica per individuare il laser migliore per polverizzare le rocce a loro disposizione, e una volta che le avranno ridotte in "vapore di meteorite" analizzeranno ogni suo aspetto. Speriamo che il risultato sia illuminante.