Facebook in ufficio? Reale assenteismo virtuale

Usare Facebook in ufficio è sempre più rischioso: il reato di assenteismo virtuale è passibile di sanzioni disciplinari anche gravi, fino al licenziamento. I giudici condannano anche chi parla male del capo e chi divulga informazioni riservate. Però l'azienda non può usare Facebook per indagare sui candidati a un posto di lavoro.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Sono in aumento gli utenti di Facebook (Usare Facebook per stanare gli evasori fiscali?) che interagiscono con il social network durante l'orario lavorativo. Il problema è di proporzioni tali da aver fatto scattare provvedimenti anche drastici da parte delle aziende, colpite dal calo di produttività dei propri dipendenti. Uno dei metodi più diffusi è il blocco a monte dell'accesso ai social network.

In molte aziende viene bloccato l'accesso a Facebook

Anche se odiato e contestato, secondo il Garante della privacy (linee guida per posta elettronica e Internet del 1 marzo del 2007) questo sistema rimane quello più consigliato alle aziende, perché evita al datore di lavoro il problema di quantificare il tempo che gli impiegati passano collegati a Internet per motivi personali, oltre alla presentazione di prove in caso di richiesta di sanzioni.

Di recente è però stata coniata una vera e propria violazione disciplinare, che prende il nome di "assenteismo virtuale" e che è imputabile al lavoratore che spreca tempo in un'attività extralavorativa durante l'orario di lavoro. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, il dipendente che viene riconosciuto inadempiente per assenteismo virtuale potrà subire vere e proprie sanzioni che possono essere più o meno gravi, e che contemplano anche il licenziamento.

Usare Facebook durante l'orario lavorativo è Assenteismo virtuale, una violazione disciplinare punibile per legge

Il provvedimento più grave non è applicabile solo a chi perde tempo in attività private, ma anche a chi parla male del capo, o a chi divulga tramite il social network informazioni riservate inerenti l'attività aziendale. La Cassazione, infatti, ha più volte sottolineato come il diritto di critica del lavoratore dipendente sia limitato da obblighi di collaborazione e di fedeltà. Dato che Facebook (Facebook influisce sul cervello umano? È possibile) è considerato un ambiente pubblico o semi pubblico alla stregua di giornali e televisione, i commenti, le opinioni personali oltraggiose e la divulgazione di informazioni sensibili tramite questo canale sono punibili per legge.

Oltre ai limiti per i dipendenti si aggiungono quelli per le aziende: è severamente vietato usare Facebook per "indagare" la vita e le abitudini di un candidato a un posto di lavoro. Sia lo Statuto dei Lavoratori sia il sopraccitato Codice della Privacy puniscono questa pratica con sanzioni penali.