Fake news? Da oggi si possono segnalare online alla Polizia

Il Ministero dell'Interno e la Polizia Postale hanno annunciato la disponibilità di un servizio online per la segnalazione di fake news. Il funzionamento è semplice in quanto è sufficiente compilare un form con pochi campi, ma prima è bene capirne lo scopo.

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a cura di Alessandro Crea

Le fake news o bufale che dir si voglia sono un problema complesso e pernicioso, che può assumere diversi aspetti e riguardare diversi argomenti e che può avere ricadute di vario tipo sulla vita sociale e politica di un paese.  Valutarle ed eventualmente contrastarle non è dunque un'attività semplice come si potrebbe immaginare, perché coinvolge aspetti importanti come il diritto alla libertà di espressione e la definizione stessa di verità. Molti studiosi e anche operatori come ad esempio i principali social network, sono impegnati in questa battaglia che da oggi ha un'arma in più. Il Ministero dell'Interno e la Polizia di Stato hanno infatti presentato oggi un semplicissimo strumento per la segnalazione via Web delle presunte notizie false, sviluppato assieme al CNAIPIC (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche).

Recandovi sul sito del Commissariato di P.S. Online troverete infatti il link a questo modulo, semplice e veloce da compilare visto che è composto di pochissimi campi, di cui solo uno obbligatorio, ossia la propria mail, in modo da poter instaurare un rapporto diretto con le forze di Polizia a cui ci si rivolgerà. La segnalazione ovviamente non è una denuncia e, oltre alla mail, richiede di segnalare anche l'indirizzo presso cui la bufala è stata visualizzata, l'eventuale social network di riferimento che l'ha eventualmente veicolata e un campo bianco per l'aggiunta di informazioni aggiuntive.

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Fondamentale però è non travisare le intenzioni e i fini di questo strumento. Non si può pensare infatti che un Ministero o la Polizia possano da soli risolvere per ciascuna news tematiche complesse come definire e appurare un criterio di verità, stabilire la natura della notizia e il contesto in cui è stata prodotta e decidere se rientra nelle normali attività di espressione a cui tutti i cittadini hanno diritto. Del resto non è questo l'obiettivo con cui nasce lo "Sportello per la sicurezza degli utenti del Web", come è ben spiegato anche sul sito della Polizia di Stato: "non si tratta di un legittimo esercizio di democrazia o di libera espressione del pensiero: ci riferiamo, invece, alla ben nota e poco edificante attività di creazione a tavolino, e successiva diffusione, di notizie prive di fondamento, relative a fatti o personaggi di pubblico interesse, elaborate al solo scopo di condizionare fraudolentemente l'opinione pubblica".

Il servizio dunque vuole essere strumento non per contrastare tutte le notizie false (inutile segnalare quindi articoli sulla Terra piatta o le scie chimiche) ma quelle intese a "condizionare fraudolentemente l'opinione pubblica". La presentazione a ridosso delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo non è dunque casuale. Insomma il form è pensato soprattutto per segnalare e tentare di bloccare possibili campagne di falso orchestrate contro i vari candidati o schieramenti politici.

L'iniziativa sulla carta appare positiva ma è viziata da una certa vaghezza di fondo e da alcuni pregiudizi che sollevano qualche perplessità, che potrà essere fugata solo tra qualche mese, dopo averla vista all'opera per un po' e averla fatta rodare. Anzitutto infatti il fine non è sufficientemente esplicitato e immaginiamo dunque che si accumuleranno segnalazioni sugli argomenti più disparati, dagli UFO alle vaccinazioni. Inoltre, ancora più importante, non è chiaro cosa accade dopo la ricezione della segnalazione.

Di cosa si occuperà il ministero? E la Polizia? Chi effettuerà gli accertamenti necessari per discernere il vero dal falso, e con che strumenti? Al momento non è dato saperlo e questa indeterminazione è un po' inquietante a dirla tutta, perché evoca immagini che si avvicinano più a una censura arbitraria che alla ricerca della verità. Come professionisti del settore infine ci chiediamo come mai l'attenzione sul Web è sempre spasmodica mentre non ci sono strumenti equivalenti per controllare altri media come TV e giornali. Vedremo comunque in corso d'opera come funzionerà questo strumento e i risultati che produrrà.