Fastweb e NGI indagate per questioni di pirateria

La Procura di Cagliari sta indagando sul comportamento di Fastweb e NGI, colpevoli di non aver inibito l'accesso a Btjunkie. La nota piattaforma dovrebbe essere inaccessibile da aprile a seguito dell'operazione Poisonous Dahlia.

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a cura di Dario D'Elia

Fastweb e NGI sono indagate dalla Procura di Cagliari per non aver inibito l'accesso a Btjunkie, uno dei più noti motori di ricerca per file Torrent. L'accusa è di favoreggiamento alla pirateria, poiché dal 21 aprile 2011 il sito in questione è soggetto a censura. 

Il provvedimento è stato assunto dallo stesso sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari, Giangiacomo Pilia, che in collaborazione con Nucleo di Polizia Tributaria di Cagliari aveva portato avanti l'operazione "Poisonous Dahlia". Btjunkie in pratica è stato oggetto di inibizione poiché consentiva (in modalità indiretta) l'accesso gratuito alle partite di calcio trasmesse dal canale DTT Dahlia e il dowloading di contenuti pirata.

Un garbato esempio di garantismo

Secondo gli inquirenti i due noti provider non avrebbero bloccato l'accesso alla piattaforma, violando di fatto il divieto del procuratore Pilia. In una nota Fastweb ha fatto sapere che si è verificato un problema tecnico, le cui motivazioni sono ancora sotto analisi. Il blocco comunque adesso è attivo.

A onor di cronaca bisogna ricordare che ad aprile, pochi giorni dopo l'inibizione, i gestori del sito riuscirono a essere di nuovo accessibili affidandosi a proxyitalia (BtJunkie è di nuovo online: blocco subito aggirato). Magari NGI e Fastweb sono state colte in contropiede proprio da questa strategia...

Da sottolineare comunque il piglio "garantista" della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) che ha deciso di approfittare dell'occasione con le solite dichiarazioni incendiarie. "La federazione dell'industria musicale italiana, FIMI, ha accolto positivamente l'iniziativa della Procura di Cagliari nei confronti di alcuni ISP italiani che non hanno ottemperato al blocco del sito pirata BtJunkie, ordinato dal magistrato qualche mese fa", si legge nel comunicato ufficiale.

"L'offerta illecita da parte di siti pirata collocati all'estero, è una spina nel fianco delle piattaforme legali di musica e va colpita con determinazione, sorprende la posizione di noti provider di consentire il collegamento ai propri utenti in contrasto con quanto ordinato dall'autorità giudiziaria", ha commentato Enzo Mazza, Presidente di FIMI.

"Riteniamo l'azione promossa dalla magistratura di Cagliari molto importante  per dare un segnale che l'illegalità non può essere tollerata ne favorita in alcun modo, soprattutto da parte di aziende che offrono servizi di telecomunicazione, il cui ruolo è determinante nel porre fine alle violazioni come previsto dalla direttiva sul commercio elettronico".

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