Gli investigatori dell'FBI hanno spiegato a una senatrice statunitense come hanno fatto a violare la sicurezza di Apple, in particolare quella dell'iPhone 5C implicato nelle indagini sull'attentato di San Bernardino. La cornice è quella della vicenda che ha visto il governo statunitense contrapposto all'azienda californiana, alla quale era stato richiesto di collaborare forzatamente, fino a che l'FBI stessa non ha trovato una soluzione in proprio.
La senatrice Diane Feinstein è già stata aggiornata riguardo al metodo usato per entrare nell'iPhone in questione, e nei prossimi giorni saranno altri rappresentanti a ricevere le stesse informazioni. Se da una parte è normale che gli agenti informino i rappresentanti eletti, dall'altra le comunicazioni arrivano dopo che molte voci si sono levate per chiedere all'FBI di renderle pubbliche così da permettere ad Apple di sviluppare una correzione. Le istituzioni pubbliche statunitensi, in ogni caso, non hanno alcun obbligo di trasparenza nei confronti di Apple.
Parliamo infatti di un metodo che permette di sbloccare un iPhone aggirando la protezione con PIN, una vulnerabilità che l'azienda ha senz'altro interesse a chiudere il più presto possibile. Non se ne sa ancora molto, anzi praticamente nulla, ma è noto che l'FBI avrebbe offerto la propria consulenza in altri casi simili. Le richieste sarebbero centinaia, ma a quanto pare il metodo non è universalmente valido.
James Comey, direttore dell'FBI, ha infatti affermato che il metodo non funziona con l'iPhone 5s e successivi, vale a dire quei modelli dotati del chip dedicato alla sicurezza Secure Enclave. I telefoni vulnerabili quindi sarebbero una minoranza, e anche per questo il Bureau starebbe considerando la possibilità di informare Apple.
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