Google censura BitTorrent e gli altri del P2P

Google ha deciso di accogliere le richieste dell'industria cinematografica e musicale: il suo motore istantaneo non segnala più termini o servizi in qualche modo correlati alla pirateria online. Fortunatamente nei risultati nulla è cambiato.

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a cura di Dario D'Elia

Google ha iniziato a censurare sul suo motore di ricerca istantaneo i termini BitTorrent, torrent, utorrent, RapidShare e Megaupload. Su consiglio della MPAA e RIAA, in pratica le associazioni dell'industria cinematografica e musicale, il colosso di Mountain View ha deciso di intervenire sul sistema di auto-completamento (query) del suo motore. Qualsiasi termine correlato ad attività potenzialmente pirata non genererà più "proposte" di ricerca. Fra i termini censurati infatti compaiono uTorrent e Xunlei (ma non BitComet e Vuze), RapidShare e Megaupload (ma non 4shared, HotFile e MediaFire).

Il filtro è attivo

Fortunatamente per la comunità online non è previsto alcun intervento nei risultati: ad ogni ricerca corrisponderanno gli esiti di sempre. Il problema magari è che Google ha compilato una lista che per molti sarebbe da considerare arbitraria e commercialmente scorretta. 

Com'è risaputo uTorrent e BitTorrent veicolano anche software in completa legalità. "Rispettiamo il diritto di Google di determinare gli algoritmi che permettono agli utenti di ottenere i risultati appropriati. Detto questo, il nostro marchio è legalmente unico, e abbiamo fiducia nel fatto che chi digiti le prime sei o sette lettere ottenga lo stesso facile accesso ai risultati come avviene per le altre aziende", ha sottolineato Simon Morris di BitTorrent Inc.

"Una veloce ricerca con il termine BitTorrent attualmente fornisce una serie di link legittimi e vari, incluse informazioni dell'azienda, il nostro software, il nostro protocollo open-source, e altro. Quello che Google potrebbe non aver capito è che la nostra tecnologia è usata per molti scopi che danno valore aggiunto all'industria tecnologica, ad aziende, artisti e a tanti consumatori".