Huawei accusata di vendere server illegali HP all'Iran

Secondo un'inchiesta della Reuters Huawei sarebbe coinvolta nel tentativo di vendere a un'azienda iraniana prodotti informatici in violazione dell'embargo commerciale. Prove indiziarie in alcuni documenti che, secondo Huawei, non dimostrano nulla.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La cinese Huawei è accusata di aver proposto la vendita di server HP all'iraniana MCI (Mobile Telecommunication Co), in violazione degli accordi che proibiscono tale transazione. L'operazione sarebbe avvenuta tramite una società partner, ma Huawei ha rimandato le accuse al mittente. Secondo la Reuters l'incidente prova come alcune aziende cinesi provino da tempo a eludere l'embargo commerciale nei confronti dell'Iran, in forza di una documentazione che dimostrerebbe i fatti.

Il giornalista Steve Stecklow afferma infatti di aver visto i documenti con i quali si proponeva l'acquisto a MCI, dei quali tredici pagine erano marchiate come "riservato per Huawei" e recavano il logo dell'azienda. I fatti risalgono all'ottobre del 2010.

I rappresentanti di Huawei hanno risposto che si tratta di un "documento di offerta" preparato da un partner, Skycom Tech Co Ltd, e trasmesso a MCI - sostanzialmente negando ogni coinvolgimento. "Gli affari di Huawei in Iran seguono totalmente le leggi e i regolamenti applicabili, compresi quelli di Nazioni Unite, USA ed EU. La nostra azienda ha assunto e seguito strettamente tale impegno. Richiediamo inoltre ai nostri partner di seguire le stesse norme, e di osservare rigidamente le leggi e le regole", si legge nel comunicato stampa dell'azienda.

Quanto al coinvolgimento di HP, l'azienda guidata da Meg Whitman ha un accordo di fornitura con Huawei, e un esteso sistema di controllo per assicurarsi che partner e rivenditori rispettino tutte le leggi e i regolamenti sulla sicurezza, il commercio e la privacy. La relazione con Huawei non è diversa", come hanno spiegato i rappresentati di HP.

Anche perché, stando ai documenti, esistono già software e hardware HP usati in Iran. Huawei tuttavia afferma di non aver nulla a che fare con l'hardware esistente, che avrebbe raggiunto l'Iran in un altro modo - al momento sconosciuto. "L'hardware esistente appartiene al cliente (MCI). Huawei non ha informazioni a riguardo, né l'autorità per verificarne la provenienza".

L'embargo commerciale nei confronti dell'Iran è stato imposto da Stati Uniti, Europa e Nazioni Unite come risposta alle tensioni con l'Iran riguardo al programma nucleare del paese mediorientale, e da un punto di vista diplomatico non è certo una piccolezza. In ogni caso non è la prima volta che si racconta di come la Cina stia in qualche modo facendo da "backdoor" per l'importazione verso Teheran di componenti elettronici.

Meg Whitman, AD di Hewlett-Packard

Per Huawei queste accuse si aggiungono inoltre a quelle di spionaggio, che l'hanno raggiunta tanto negli USA quanto, in misura minore, nell'Unione Europa. Nel Vecchio Continente inoltre la società cinese è indagata anche per pratiche commerciali scorrette.

Resta comunque molto difficile delineare i limiti di queste notizie. Da una parte ci sono le supposte violazioni, e ciò che i documenti dimostrano. Dall'altra però abbiamo società cinesi che stanno seriamente minacciando i bilanci di colossi statunitensi ed europei; non si può scartare l'ipotesi che i politici e le autorità occidentali agiscano anche con l'obiettivo di difendere interessi commerciali di fronte alla "minaccia" orientale. Dovremo attendere a lungo prima di conoscere la verità.