I pirati francesi rischiano la connessione al web

In Francia è stato firmato un accordo tra il governo, i provider Internet e le major che metterà a dura prova i pirati informatici che si scambiano file protetti da copyright sulle reti P2P.

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a cura di Manolo De Agostini

In Francia i pirati informatici che scaricano tonnellate di byte di opere protette da copyright, avranno vita dura, il tutto in nome della légalité. Le major discografiche, il governo e i provider Internet (i cosiddetti ISP) si sono riuniti intorno a un tavolo e hanno firmato un accordo che metterà a dura prova i pirati che, in barba alla cosiddetta norma di buonsenso del "se vuoi qualcosa, lo paghi", aprono i programmi peer-to-peer e lasciano il loro "muletto" a scaricare senza sosta per giorni e giorni.

Tra i più accesi sostenitori dell'accordo - oltre al presidente Nicolas Sarkozy - abbiamo il presidente di Fnac, una catena di rivendita di musica e film che ha visto crollare pericolosamente i suoi introiti nel corso degli ultimi anni.

L'accordo prevede che i pirati colti in flagranza di reato siano avvisati e persuasi dal continuare quello che è a tutti gli effetti un vero proprio furto: nel caso perpetrassero il comportamento criminoso, saranno letteralmente buttati fuori dal web (e qui entrano in gioco gli ISP). Tale processo sarà nelle mani di una commissione di controllo istituita per l'occasione, supervisionata da un giudice.

Il provvedimento non sarà a senso unico, ma vincolerà le major cinematografiche e musicali a rendere i loro prodotti disponibili online più velocemente e senza odiosi vincoli restrittivi come i DRM - Digital Rights Management.

"La pirateria è un comportamento medioevale, l'accordo che abbiamo firmato è un passo decisivo per civilizzare Internet. Il web non deve essere una zona franca, senza regole, dove i fuorilegge possono trafficare e contrabbandare i prodotti senza essere puniti. Il tutto a spese degli artisti", ha dichiarato Nicolas Sarkozy.

L'associazione in difesa dei consumatori Ufc-Que Choisir ha commentato l'accordo come "potenzialmente distruttivo per la libertà, antieconomico e contro la storia digitale".

Quel che è certo è che questo provvedimento va a perseguire i downloader occasionali piuttosto che il mercato della contraffazione su larga scala, e nel contempo segna un cambio di rotta netto rispetto alla strategia convenzionale: basta multe in denaro, ma un taglio alla connessione a Internet, in modo che l'utente non possa non solo scaricare, ma anche subire la punizione di essere tagliato fuori dalla sua seconda vita, quella virtuale.