I prodotti elettrici ed elettronici sono "beni di prima necessità", i negozi possono aprire

Un comunicato emesso dall'AIRES e dall'ANCRA ha specificato che i prodotti elettrici ed elettronici sono considerati beni di prima necessità, con tutti i benefici che ne conseguono.

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a cura di Eduardo Serafino

Secondo un comunicato emesso ieri, lunedì 30 Marzo, dall'AIRES (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati) e dell'ANCRA (Associazione Nazionale Commercianti Radio televisione elettrodomestici dischi e Affini) il governo ha confermato lo status di "beni di prima necessità" per i prodotti elettrici ed elettronici. Cosa significa questo?

Innanzitutto, che le attività commerciali che distribuiscono prodotti elettronici o elettrici non possono essere annoverate tra quelle sospese forzatamente per ragioni sanitarie dovute alla pandemia in corso. Inoltre, come si evince dal comunicato, il DPCM dell'11 Marzo ha abrogato la disposizione di cui alla lettera r) dell’articolo 1 del precedente Dpcm (8 Marzo) che imponeva la chiusura dei punti vendita posti all'interno dei centri commerciali e delle strutture di grandi dimensioni, anche se indipendenti, durante i fine settimana.

Da evidenziare che quanto detto si estende anche ai rivenditori "non specializzati" e quindi con un codice Ateco diverso da 47.4, in quanto "la norma ricomprende ogni rivenditore di tali prodotti indipendentemente dalle dimensioni e dai format di vendita”.

Infine, resta ovviamente facoltà delle imprese e delle organizzazioni regolarsi in base alla modifica degli orari di attività: in termini pratici, l'apertura, la chiusura o la riduzione degli orari di apertura degli esercizi commerciali che si occupano di questi prodotti sono ora a completa discrezione dei gestori degli stessi, in quanto non saranno soggetti alla chiusura forzata. Tuttavia, nel caso in cui il comune di appartenenza e/o la regione abbiano emesso provvedimenti specifici aventi ad oggetto misure restrittive sugli orari o sulle giornate di apertura, tali provvedimenti dovranno essere considerati vincolanti, prevalendo sulla normativa nazionale.

Qui di seguito potete trovare quanto scritto sul sito del Governo, nella sezione FAQ relativa alla situazione attuale:

Nelle giornate festive e prefestive, sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita e gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati?

No, non c'è più la differenza tra giorni feriali, prefestivi e festivi, né quella tra strutture di vendita a seconda delle dimensioni.

Pertanto, anche i supermercati e gli ipermercati presenti nei centri commerciali, così come tutti gli altri esercizi commerciali, possono essere aperti tutti i giorni, ma comunque sempre limitatamente alle vendita di prodotti di cui all’allegato 1 al Dpcm 11 marzo 2020, per come comunque integrato dall’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020.

Per quanto riguarda i mercati, sia all'aperto sia coperti, in essi può essere svolta soltanto l'attività di vendita di generi alimentari, nonché, ai sensi del Dpcm del 22 marzo 2020, di ogni prodotto agricolo.

In tutte le strutture deve essere in ogni caso garantita la distanza interpersonale di 1 metro, anche attraverso la modulazione di accesso e di apertura.

Resta vietata ogni forma di assembramento.