IBM, sensori sulle unghie per monitorare il Parkinson e altri disturbi

All'IBM hanno messo a punto un sensore in grado di rilevare diversi micromovimenti delle nostre unghie, per rivelare lo stato di progressione del Parkinson, ma in futuro anche di problemi cardiovascolari e cognitivi.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

A volte dettagli microscopici possono nascondere tantissime informazioni fondamentali, in grado di rivelare dettagli inaspettati e difficilmente rilevabili altrimenti. È il caso ad esempio dei micromovimenti delle unghie delle mani, flessioni, curvature etc. che rivelano il modo in cui manipoliamo gli oggetti e, di conseguenza, la presenza di eventuali disturbi di vario tipo. Tenendo a mente questo, i ricercatori dell'IBM hanno realizzato un sensore da apporre sulle unghie, in grado di comprendere il progredire di malattie come ad esempio il Parkinson.

Sostanzialmente il dispositivo consiste in un insieme di sensori applicati tramite colla su un'unghia della mano, un chip che ne raccoglie i dati e li trasmette tramite bluetooth a un wearable, ad esempio un Apple Watch, e ovviamente una batteria per l'alimentazione.

Da qui poi i dati vengono trasmessi al cloud dove l'intelligenza artificiale si occupa di analizzarli e ricavarne informazioni utili. In futuro l'idea è quella di realizzare un vero e proprio wearable miniaturizzato che possa essere indossato sul dito per raccogliere questo tipo di informazioni sui movimenti delle unghie.

Analizzando tramite algoritmi di machine learning elementi come l'intensità della stretta, la direzione, la pressione, la flessione etc. di un'unghia è a quanto pare possibile ricavare preziose informazioni non soltanto sul Parkinson, ma anche su altri disturbi, ad esempio di natura cardiovascolare e persino sulla schizofrenia. Sarà semplicemente sufficiente mettere a punto algoritmi differenti per analisi diverse.

Non solo, in futuro dispositivi indossabili di questo tipo potranno consentire anche al messa a punto di nuove interfacce, consentendo così ad esempio di comunicare anche alle persone affette da tretraplegia.