Il digitale produce occupazione, parola di Calabrò

Per due posti di lavoro resi obsoleti dal digitale, internet ne produce 5 nuovi. Il presidente dell'Autorità per le comunicazioni, Corrado Calabrò, sposa la tesi del documento introduttivo al G8. Il problema forse è che non tutta la forza lavoro può essere riconvertita.

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a cura di Dario D'Elia

Internet è un fronte di sviluppo anche per l'occupazione. Ne è convinto il presidente dell'Autorità per le comunicazioni, Corrado Calabrò, che è recentemente intervenuto al convegno Fiba Cisl sulle Autorità di vigilanza.

Corrado Calabrò

"Il documento introduttivo al G8 di internet appena tenutosi a Parigi ha stimato che per due posti di lavoro resi obsoleti dal digitale, internet ne produce 5 nuovi: in questa visione il passaggio al digitale non è un passaggio privo di ripercussioni sociali, ma il saldo netto è positivo", ha sottolineato il presidente.

Tesi per altro condivisibile a patto che si ricordi che il digitale brucia tendenzialmente fanteria di linea per far posto a specialisti. Ad esempio lo stesso passaggio dal rame alla fibra è destinato a contribuire al taglio di migliaia di posti di lavoro poiché i tassi di rottura sono notevolmente inferiori e la manutenzione più agevole. Come riallocare però quelle risorse? Nessuno lo dice.

"C'è ancora scarsa consapevolezza delle potenzialità tecnologiche della società dell'informazione, relegate a uno dei tanti strumenti di sviluppo economico, mentre esse possono invece dare una spallata a un sistema imballato", ha continuato Calabrò.

"La rivoluzione digitale in atto può cambiare radicalmente i paradigmi dell'economia e della società. Basta saperla cogliere per tempo, prima che sia troppo tardi. L'Autorità è tesa a interpretare il ruolo di una regolazione che sappia coniugare istanze pro-concorrenziali con gli essenziali incentivi agli investimenti".