Il 23 agosto del 1991 – 25 anni fa – il web diventò accessibile a tutti. Il primo, rudimentale, sito ipertestuale in realtà circolava già dal 6 agosto, ma soltanto sulla rete interna del CERN. Oggi Facebook celebra l'evento con un doodle dedicato a Sir Tim Berners-Lee e agli "internauti", termine ormai desueto. In questi 25 anni la rete ha rivoltato il mondo come un calzino, ha inventato lavoro e cancellato lavoro nel suo essere volano di innovazione tecnologica, ha accelerato la corsa verso l'intelligenza artificiale e le macchine quasi-pensanti, ha trasformato il nostro modo di comunicare e di essere.
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Il McKinsey Global Institute dice che l'intelligenza artificiale sta contribuendo a una trasformazione della società "dieci volte più veloce e trecento volte più grande, e quindi con conseguenze tremila volte maggiori", rispetto alla rivoluzione industriale. La società di analisi dei dati Quid ha fatto un po' di conti e rivela che nel 2015 sono stati investiti 8,5 miliardi di dollari nelle aziende che si occupano di intelligenza artificiale, quasi il quadruplo del 2010. Google, Facebook, IBM, Amazon e Microsoft stanno cercando di creare ecosistemi intorno ai servizi di intelligenza artificiale forniti attraverso il cloud computing.
Non sarebbe accaduto, senza quella scarna paginetta svelata al mondo il 23 agosto del 1991. Celebriamo dunque i fasti del venticinquennale del web senza però ignorare l'altra faccia della medaglia, brutalmente proposta dall'ultima copertina di Time. Lo stesso settimanale che nel 2006 aveva eletto "personaggio dell'anno" tutti noi "internauti", tira il freno a mano e stavolta titola: "Perché la cultura dell'odio ci sta sottraendo Internet".
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Scrive Joel Stein che quello che gli psicologi chiamano "effetto disinibizione online" ha fatto esplodere il fenomeno dei troll e dell'odio contro tutto e contro tutti. Aggiungiamo noi che da molti anni i troll si sono trasferiti dai boschi scandinavi alla Rete e ormai dilagano anche in politica. Se frequentate il web e i social network, vi siete sicuramente imbattuti in un troll. È quello che interviene a gamba tesa nelle discussioni, quasi sempre a sproposito. Vive per accendere fuochi e alimentarli con la benzina. È un provocatore nato, portabandiera della flame war, la guerra di parole che spesso trascende in volgarità e minacce. Tutti gli "altri" – cioè noi - sono cattivi, venduti, corrotti, artefici di macchinazioni e complotti.
Strano anniversario il venticinquennale del web, avremmo festeggiato, ma la copertina di Time ci ha messo l'amaro in bocca. A proposito, cosa facevate il 23 agosto 1991, se eravate già nati?