In Svizzera taglio agli stipendi d'oro, come diceva Olivetti

Questo weekend in Svizzera vi sarà un referendum per tagliare gli stipendi dei top manager. Olivetti diceva che nessun dirigente deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minimo. Oggi i giovani socialisti di JUSO propongono un rapporto di 1 a 12.

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a cura di Dario D'Elia

"Nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minimo". Così diceva Adriano Olivetti 50 anni fa. Così la Svizzera oggi si appresta a votare. Il weekend prossimo infatti l'iniziativa "1:12" sarà l'oggetto di un referendum proposto da Gioventù Sociale Svizzera (JUSO). Una vittoria dei "sì" catapulterebbe i nostri vicini in una nuova era. Forse la stessa dimensione che sognava Olivetti, e che gli permise di immaginare un'altra industria. Un altro paese.

In ogni azienda o società svizzera nessun dirigente potrebbe guadagnare in un mese più di 12 volte rispetto allo stipendio di un anno del dipendente più sfortunato. Da noi per esempio Sergio Marchionne sarebbe costretto ad accontentarsi di non più di 2 milioni di euro all'anno. Nel 2012, secondo Il Sole 24 Ore, il nostro top manager ha raccolto 47,9 milioni di euro - di cui 40,7 milioni grazie alle azioni FIAT ricevute come premio nel 2009.

Adriano Olivetti

Il sogno di molti italiani di trasferirsi in Svizzera, per i manager e dirigenti sta diventando un incubo. Non solo incombe la norma taglia-stipendi, ma dal primo gennaio 2014 entrerà in vigore un'arma speciale per gli azionisti. Grazie a una consultazione propositiva della scorsa primavera è stato stabilito che gli stipendi dei top manager e dei consigli di amministrazione saranno decisi da chi detiene i titoli della società, ovvero gli azionisti.

Immaginare la Svizzera come un paese ultra socialista è difficile; forse quel che sta avvenendo è frutto esclusivamente di ultra realismo. In ogni caso non bisogna farsi illusioni, il referendum di questo weekend secondo i sondaggi ha contro l'intero mondo economico svizzero. Per passare avrà bisogno non solo della maggioranza (50% + 1) ma anche di conquistare almeno 13 cantoni. La sinistra più istituzionale sembrerebbe aver cercato di alzare il coefficiente a 1:20 e prendere come riferimento lo stipendio medio dei dipendenti. Invece no, i giovani socialisti hanno tenuto duro e proseguito per la loro strada.

Olivetti parlava di 1 a 10, ma oggi in Novartis la proporzione è 1 a 266, in Nestlé 1 a 215, in La Roche 1 a 213. "Con quali giustificazioni possono essere pagati salari milionari come quelli di certi manager? Secondo i dati del Consiglio federale", ha sottolineato Marina Carobbio Guscetti del Ps.

Il problema forse è che il freno non è stato azionato in tempo. Se nel 1948 il rapporto medio era di 1 a 6, nel 2011 ha raggiunto l'1 a 43. Le ragioni del sì fanno riferimento alla possibilità di risparmiare per reinvestire nelle imprese e non licenziare. I no parlano di un intervento a gamba tesa sulla libera contrattazione e dell'eventuale rischio che le aziende delocalizzino per non rinunciare ai manager più quotati. Senza contare la riduzione delle entrate fiscali dovuta all'abbassamento degli stipendi.

Motivazioni forti che probabilmente saranno in grado di deviare il colpo in arrivo. Ma le cartucce non sono finite e sul fronte socialista si parla già dell'introduzione di uno stipendio minimo e del reddito di cittadinanza.