Intelligenza Artificiale ed etica, Facebook ci mette 7,5 milioni di dollari

Il Social Network si allea con un autorevole ateneo tedesco per finanziare studi etici sulle macchine intelligenti.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Facebook ha avviato un centro di ricerca per l'etica dell'intelligenza artificiale. Si chiamerà Institute for Ethics in Artificial Intelligence e sarà sviluppato in collaborazione con l'Università di Monaco (Germania).

Come altre iniziative simili, il centro di ricerca si occuperà di indagare le implicazioni etiche dell'Intelligenza Artificiale, e soprattutto di sviluppare possibili risposte alle domande generate dalla tecnologia che, secondo tutti gli osservatori, presto innescherà cambiamenti epocali nel mondo.

In particolare, Facebook ha partecipato alla fondazione del centro con 7,5 milioni di dollari, che saranno versati nel corso di 5 anni per finanziare le ricerche. L'istituto userà questo denaro, ma cercherà anche finanziamenti altrove.

"L'Università Tecnica di Monaco (TUM)", si legge nel comunicato stampa di Facebook, "è una delle migliori al mondo nel campo dell'Intelligenza Artificiale, con attività vanno dalla ricerca di base ad applicazioni come la robotica e la machine intelligence, fino allo studio delle implicazioni sociali dell'AI. L'Institute for Ethics in Artificial Intelligence metterà a frutto l'esperienza accademica, le risorse e la rete globale per portare avanti una ricerca etica rigorosa riguardo le questioni sollevate dalle tecnologie emergenti".

Dobbiamo dunque attenderci, nei prossimi mesi e anni, che il nuovo centro aggiunga le proprie pubblicazioni a quelle già numerosi su questi argomenti. Che includono questioni come le armi intelligenti, in particolare quelle in grado di decidere autonomamente se e quando colpire; oppure i veicoli a guida autonoma, e il dilemma da gestire in caso di situazioni in cui è impossibile evitare il ferimento o la morte di un essere umano.

E ancora, la ricerca etica dovrà occuparsi dell'impatto sul mondo del lavoro - in particolare riguardo al fatto che molti posti di lavoro semplicemente smetteranno di esistere; all'inizio ne nasceranno di nuovi ma a lungo termine sembra certo che il bilancio sarà negativo, faccenda che andrà affrontata da un punto di vista etico, oltre che giuridico e amministrativo.

Che Facebook si imbarchi in un'impresa del genere, poi, è tutt'altro che sorprendente. Questa società è tra quelle maggiormente impegnate nello sviluppo di Intelligenza Artificiale, ed è inoltre occupata in ambiti particolarmente delicati - quelli che riguardano i dati personali delle persone o tecnologie potenzialmente pericolose come il riconoscimento facciale.

L'azienda inoltre ha già avuto la sua (generosa) dose di problemi relativamente ad abusi dei dati personali da una parte, e dall'altra al fallimento degli algoritmi nel riconoscimento di contenuti illegali, violenti, discriminatori o comunque contrari alle linee guida nel social network. E ci sono questioni apparentemente secondarie, ma complesse, come la gestione del copyright e l'uso di filtri automatici - è l'idea della controversa riforma europea del copyright, che ha fatto la sua parte per ravvivare il dibattito sulle "vere" capacità degli algoritmi.

È ovviamente nell'interesse di Facebook, dunque, sviluppare strumenti più potenti - probabilmente l'unico strumento che possa permettere al social network di restare rilevante negli anni a venire. E allo stesso tempo è nel suo interesse svilupparli in maniera da non sollevare critiche: le conseguenze potrebbero, un giorno, diventare ingestibili.

Le questioni etiche sono importanti, soprattutto guardando al domani. Per capire com'è e cos'è l'Intelligenza Artificiale oggi, invece, sarà utile Artificial Intelligence di Alessandro Vitale.