Italiani a banda stretta, pochi i super-dotati

La banda larga in Italia non cresce al passo con gli altri paesi europei

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a cura di Dario D'Elia

La Commissione Europea ha evidenziato che la banda larga in Italia è ancora troppo poco presente rispetto agli altri Paesi europei. Circa 2 persone su 3 non vi hanno accesso. Incoraggiante invece il quadro europeo.

Secondo i sondaggi dello scorso mese di Luglio, negli Stati Uniti la diffusione della banda larga è pari al 25,8%. Molti Paesi dell'UE, soprattutto nel Nord, sono sopra questa soglia. In particolare spiccano Danimarca e Paesi Bassi, dove la banda larga raggiunge il 40% della popolazione.

L'Italia purtroppo presenta una situazione di disagio. Gli utenti con accesso alla banda larga sono 18,7 milioni, circa il 31% della popolazione. Tra questi, 5,6 milioni hanno una connessione con velocità inferiore ai 2 Mbps e solo 1,2 milioni hanno una banda maggiore di 10 Mbps. Un altro indizio non confortante è rappresentato dal fatto che oltre il 25% della domanda di "banda stretta" europea sia italiana.

Il nodo principale del problema è rappresentato dal ritardo infrastrutturale che colpisce il Belpaese. Troppo poche le connessioni che passano da tecnologia FTTH (Fiber To The Home). In Italia la banda larga è rappresentata al 97% da tecnologie DSL; per l'Europa si evidenzia una maggiore apertura tecnologia e tale percentuale scende al 79%.

Inoltre, in Italia, gli operatori tradizionali ricoprono ben il 58% delle forniture di banda larga lasciando un minor spazio ai nuovi operatori; i quali hanno una porzione di mercato pari al 55% nel resto d'Europa.

Altre perplessità riguardano la scelta italiana di congelare gli 800 milioni di euro stanziati per recuperare il divario digitale. Dato che risulta ancor più grave se inserito nel contesto di investimenti sul broadband che stanno eseguendo Francia e Spagna.