Italiani dipendenti da Internet a quota 3 milioni

La Società italiana di psichiatria stima che in Italia vi siano circa 3 milioni di dipendenti da Internet di età compresa tra i 15 e i 40 anni. La soglia di preoccupazione è legata al superamento delle 8 ore di attività online.

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a cura di Dario D'Elia

Gli italiani dipendenti da Internet sono circa tre milioni, soprattutto giovani e adulti di età compresa tra i 15 e i 40 anni. I dati sono stati svelati dagli esperti della Società italiana di psichiatria. "È indispensabile intervenire per ritornare alla realtà ed evitare le conseguenze fisiche e psicologiche che la dipendenza provoca, dai disturbi del sonno ai problemi di relazione, dallo scarso rendimento a scuola o sul lavoro a mal di testa, mal di schiena, disturbi oculari", sostengono gli psicologi.

Il primo campanello d'allarme è rappresentato dal tempo speso online: oltre le 8 ore c'è da preoccuparsi. Ovviamente sono maggiormente a rischio le persone isolate geograficamente, chi magari lavorano di notte, ma anche chi soffre già di disagi psicologici o familiari preesistenti. L'estremizzazione poi si ha nel cosiddetto ritiro sociale dell'hikikomori: l'isolamento totale dal mondo in cui il paziente si allontana dal mondo e si rifugia sul Web.

Hikikomori

Il consiglio dei medici è quello di sempre, quindi rivolgersi a personale qualificato e intraprendere un percorso di cura simile a quello per liberarsi da altri tipi di dipendenze. Puntare quindi sui trattamenti cognitivo-comportamentali, alla psicodinamica interpersonale, alla terapia sistemico-relazionale, ai gruppi di supporto. Negli Stati Uniti è molto in voga il counseling online, che però attualmente in Italia è vietato per disposizione dell'Ordine degli Psicologi.

"In Italia si è iniziato a parlare della dipendenza da internet 15 anni fa. Oggi si stima che l'incidenza del disturbo vada dal 3 all'11%, con una prevalenza maggiore fra le persone dai 15 ai 40 anni", ha sottolineato Massimo Di Giannantonio, ordinario di psichiatria dell'università di Chieti. "È più a rischio chi ha problemi psicologici, psichiatrici o familiari fra cui solitudine, depressione, ansia, insicurezza del proprio aspetto, insoddisfazione del matrimonio, stress sul lavoro, vita sociale limitata, problemi finanziari".

A quanto pare il meccanismo che fa scattare la dipendenza è legato alle difficoltà comunicative-relazionali. I sintomi del "problema" possono essere identificati nel tempo crescente dedicato al Web, il progressivo disinteresse verso le attività della vita reale e gli amici del quotidiano, il peggioramento dei risultati sul lavoro o a scuola, aggressività, stanchezza, agitazione psicomotoria e modifiche del ciclo sonno-veglia.

Hikikomori

"Esistono vari tipi di dipendenza online, fra le più pericolose c'è la dipendenza dal sesso virtuale in cui il paziente passa il suo tempo a scaricare, utilizzare e commercializzare materiale pornografico", ha ricordato Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Psichiatria dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano. "Altrettanto rischiosa la dipendenza cyber-relazionale, in cui i rapporti sociali virtuali prendono il sopravvento su quelli reali arrivando a destabilizzare la famiglia, e il net gaming, ovvero la dipendenza dai giochi in rete".

In alcuni casi il gioco online è accompagnato anche da un notevole sperpero di denaro, ma non bisogna sottovalutare neanche l'aspetto relazionale. "Estraniandosi sempre più dalla vita reale spesso si destabilizzano i rapporti personali, in ambito lavorativo e scolastico. L'abuso del web distoglie dai propri impegni", ha aggiunto Mencacci.