La Camera di commercio digitale non vuole regole per le stablecoin

La Camera di Commercio Digitale ha affermato che le stablecoin focalizzate sulla vendita al dettaglio e ancorate al dollaro non dovrebbero affrontare normative nuove o su misura "semplicemente perché vengono implementate nuove tecnologie".

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a cura di Alessandro Crea

L'organizzazione della Camera di commercio Digitale degli Stati Uniti – i cui membri includono Goldman Sachs, Citigroup, Tethere Circle – ha affermato di non volere nuove normative su misura per le stablecoin solo perchè implementano nuove tecnologie, affermando anche che al momento le stablecoin non sono "su scala significativa" per meritare un "regime normativo separato e obbligatorio".

I commenti della Camera arrivano in un momento in cui la regolamentazione delle stablecoin – e la regolamentazione dell'industria crittografica più in generale – è un argomento particolarmente caldo. Le affermazioni della Camera di Commercio Digitale sulle stablecoin e sulla regolamentazione sono in contrasto con altri che guardano all'industria crittografica dall'esterno.

All'inizio di questa settimana, Fitch Ratings, una delle tre più importanti agenzie di rating del credito, ha emesso un avvertimento sulle stablecoin in cui sostiene invece che le stablecoin che si avvicinano a una scala di importanza sistemica potrebbero svolgere un ruolo importante nei mercati dei titoli a breve termine, come la carta commerciale, portando al contempo nuovi rischi.

Fitch Ratings non è l'unico osservatore a suonare l'allarme. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen ha incontrato diverse agenzie federali all'inizio di quest'anno per ritagliarsi un approccio normativo che governerebbe le stablecoin. Yellen, all'epoca, sottolineò la necessità di "agire rapidamente". Anche il presidente della riserva Jerome Powell ritiene che le stablecoin debbano essere regolamentate. Dal suo punto di vista, dovrebbero essere regolati in modo simile ai depositi bancari e ai fondi del mercato monetario.