La guerra informatica incrocia gli 007

Mojtaba Ahmadi, capo delle operazioni di guerra cibernetica dell’Iran, è stato assassinato.

Avatar di Redazione - Sicurezza

a cura di Redazione - Sicurezza

Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che essere uno scienziato nucleare o un esperto di sicurezza in Iran sia una cosa molto pericolosa. Negli ultimi anni, infatti, queste figure sono state nel mirino di una campagna tesa a eliminarli (fisicamente) per minare le capacità di sviluppo atomico del controverso Paese mediorientale. Adesso è toccato al responsabile delle operazioni di cyberwar, a consacrare il fatto che le guerre informatiche sono ormai una cosa molto seria. Fonti ufficiali iraniane hanno già dato la colpa dell’attentato al Mossad, i servizi segreti israeliani, anche se qualche dettaglio non torna. Sebbene le notizie siano ancora scarse, sembra che Ahmadi sia stato ucciso con due colpi sparati vicino al cuore, un sistema meno efficiente di quelli di solito usati da chi vuol esser certo della riuscita di un attentato.

Il nuovo presidente iraniano è entrato in contatto con Obama.

L’Iran è in piena guerra informatica con USA e Israele ormai dal 2010, anno in cui vari malware hanno preso di mira le strutture strategiche del Paese. Stuxnet, Flame e Duqu sono solo alcuni dei software che sono stati usati nello scontro e a tutt’oggi si contano numerosi attacchi provenienti e indirizzati verso l’Iran. Un documento trapelato dall’NSA ha, per esempio, rivelato che solo nel 2011 sono stati portati ben 231 attacchi nei confronti dell’odiato nemico, mentre non si hanno numeri sulle controffensive, ma il dipartimento di guerra informatica dell’Iran è cresciuto parecchio negli ultimi due anni. Chissà se i recenti segnali di distensione riusciranno a propagarsi anche via Web e raggiungere le rispettive agenzie.