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a cura di Alessandro Crea

Presto i robot saranno in grado di apprendere da soli ciò che gli servirà: lo ha dimostrato Dactyl, una mano robotica che ha imparato a manipolare un cubo grazie ad algoritmi di deep learning e all'esercizio effettuato in un ambiente simulato, dove in pochi giorni ha accumulato un centinaio di anni di esperienza.

La mano robotica è di un'azienda britannica, la Shadow, mentre l'intelligenza artificiale è di Open AI, la startup californiana non profit in cui tra gli altri ha investito anche Elon Musk. L'algoritmo di deep learning utilizzato tra l'altro è lo stesso che recentemente ha sbaragliato numerosi team umani a DOTA 2.

Come sappiamo si tratta di una particolare variante ad "apprendimento rinforzato", in cui cioè si procede per serie di tentativi ed errori, con i successi che vengono rafforzati nell'apprendimento grazie a conferme positive. Insomma, praticamente la mimesi del modo in cui apprendono gli umani, che vengono gratificati quando fanno bene, imparando così velocemente qual è la strada migliore per eseguire con successo determinati task.

Dactyl doveva infatti manipolare il cubo facendolo ruotare con le dita per formare determinati schemi (sulle facce del cubo ci sono diverse lettere) indicatigli di volta in volta e, come potete vedere dalle immagini e i video di questa pagina, ha imparato a farlo piuttosto bene e utilizzando soltanto una semplice telecamera. Siamo comunque ancora lontani da risultati "umani": Dactyl infatti riesce a far bene 13 volte su 50 dopo 100 anni di esercizio, mentre a un bambino umano serve molto meno per ottenere gli stessi risultati.

Non vedremo dunque a breve Dactyl "rubare" il lavoro agli umani in qualche fabbrica o linea di assemblaggio, ma lo studio è comunque fondamentale per il progresso del settore. Al momento la sensazione è che i ricercatori stiano progressivamente riuscendo a mimare le strutture logiche del pensiero umano, ma quando si tratta poi di applicarle nel mondo reale tramite un corpo le cose diventano più complicate. Sicuramente in tutto questo giocano un ruolo fondamentale sia i limiti tecnologici legati alla robotica che appunto quelli software, ma sembra più facile vincere a un videogame, ricostruire una fotografia, leggere un testo, o creare un falso video difficile da individuare che riuscire a manipolare un cubo. La manualità del resto è ciò che ci ha permesso di elevarci dal regno animale ed ha richiesto migliaia di anni di evoluzione. In confronto 100 anni in realtà virtuale non sono nulla. 


Tom's Consiglia

Per comprendere l'impatto che da qui a breve l'intelligenza artificiale avrà sulle nostre vite, un buon punto di partenza è leggere Intelligenza Artificiale - Guida al Futuro Prossimo