L'AGCOM taglia le tariffe: chiamate fisso-mobile meno care?

Il Garante per le Comunicazioni viene in contro alle richieste UE e dei Service Provider: da luglio le tariffe di terminazione mobile passeranno dagli attuali 5,3 centesimi a 2,5 centesimi. Il prezzo delle chiamate fisso-mobile dovrebbe scendere sensibilmente, ma non tutti sono d'accordo.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

L'AGCOM alla fine ha deciso di tagliare ulteriormente le tariffe di terminazione mobile, come ormai indicavano le ultime indiscrezioni. In pratica gli operatori mobili saranno costretti ad abbassare le richieste nei confronti dei concorrenti quando le comunicazioni transitano sulle loro "linee". Com'è risaputo una delle anomalie del nostro paese è sempre stato l'ingente costo delle chiamate fisso-mobile: a breve qualcosa potrebbe cambiare proprio grazie a questa decisione del Garante e la pressione della UE. 

Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un duro confronto tra gli operatori: da una parte il mondo del mobile, rappresentato in prima linea da Vodafone e Wind, dall'altra i provider, come ad esempio Fastweb e Tiscali. Già, perché soprattutto i service provider che ormai presidiano il mercato residenziale hanno sempre sofferto l'impossibilità di offrire ai propri clienti forfait per le chiamate fisso/mobile; con questa riduzione forse riusciranno. Senza contare quella che in molti hanno sempre definito un'asimmetria favorevole al mobile, avvantaggiato storicamente perché ha dovuto partire da zero e svilupparsi. 

Finalmente possiamo chiamare da casa

Oggi Vodafone e Wind sostengono che sottrargli una parte di quei 2,5 miliardi generati dalle terminazioni mobili vuol dire mettere a rischio i business plan dedicati allo sviluppo – l'esborso legato all'asta LTE brucia ancora. Inoltre, come hanno ribadito nel tempo non è detto che il taglio delle tariffe si traduca in un beneficio per il consumatore finale. Tra il 2005 e il 2010 a fronte di tariffe di terminazione dimezzate i prezzi al pubblico sono scesi dell'8%. 

"È grave ed incomprensibile la decisione assunta dall'Agcom in merito alla drastica riduzione delle tariffe di terminazione pari ad oltre l'80% in 18 mesi, che penalizza seriamente un settore industriale, quello della telefonia mobile, oggi un'eccellenza in Italia e in Europa per concorrenza, convenienza per i clienti, investimenti e innovazione", si legge nell'ultima nota Vodafone. "Mette a rischio gli investimenti e lo sviluppo del settore, nonché la sua capacità di attrarre ingenti investimenti a capitale estero nel Paese.

La Commissione Europea in ogni caso sembra pensarla diversamente e aveva già richiesto più volte all'AGCOM di rivedere il piano di riduzioni. Il nostro Garante ieri ha deciso che, dal primo luglio 2012, le terminazioni incassate da TIM (Telecom Italia), Vodafone e Wind passeranno dagli attuali 5,30 centesimi al minuto a 2,50 centesimi al minuto. Dopodiché nel gennaio 2013 si passerà a 1,50 centesimi e a luglio 2013 scatteranno gli 0,98 centesimi. 3 Italia invece continuerà a godere di un piccolo vantaggio, poiché considerata nuova entrante, e si presenterà alle scadenze con tariffe di 3,50 centesimi, 1,70 centesimi e 0,98 centesimi.

Il vecchio glide-path in centesimi, paragonato alla Francia - Clicca per ingrandire

Di fatto l'AGCOM in precedenza aveva stabilito un "glide-path" più lungo, con la tariffa-obiettivo di 0,98 centesimi fissata per il 2015. Una strategia che era piaciuta agli operatori mobili, ma che aveva scontentato sia la UE che il nostro Garante per il Mercato (AGCM).

"Vanno bene le riduzioni, ma arrivano tardi: per i primi sei mesi del 2012 continueremo ad avere i prezzi di terminazione più cari in Europa", ha dichiarato al La Repubblica Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo.

Evoluzione tariffe - Clicca per ingrandire

Forse l'aspetto bizzarro di questa situazione è che la Commissione Europea non si accontenti domandando tagli delle tariffe ancora più serrati. Nell'ultima comunicazione era stata chiara, e questo compromesso non sembra essere in linea con quanto richiesto.

Ecco forse a cosa stavano pensando i tre commissari AGCOM Nicola D'Angelo, Enzo Savarese e Roberto Napoli, che si sono astenuti dal voto.