Eh no, cara Google. Non puoi mica guardarmi nel computer per vedere se ho un adblocker. Quella è la mia privacy ed è protetta dalla legge.
Questa è l’idea semplice ma incisiva dietro al reclamo di Alexander Hanff, che si è rivolto al Garante per la Protezione dei dati in Irlanda. Secondo Hanff Google usa sistemi contrari alla legge europea per determinare la presenza di estensioni bloccanti nel browser degli utenti. Google, secondo quanto riporta The Verge, rifiuta le accuse.
"Gli script di rilevamento AdBlock sono spyware - non c'è altro modo per descriverli e come tali non è accettabile distribuirli senza consenso", spiega Hanff. "Ritengo che qualsiasi implementazione di tecnologia che possa essere utilizzata per spiare i miei dispositivi sia non etica e illegale nella maggior parte delle situazioni".
Il tema è tornato in auge di recente proprio perché Youtube, una delle proprietà più redditizie di Google ha avviato una campagna di blocco ogni giorno più seria: l’idea è che bisogna abbonarsi oppure guardare la pubblicità, senza eccezioni.
Un’idea tutto sommato sensata e coerente con la natura del web, che tuttavia non tiene in considerazione i diritti degli utenti e soprattutto il concetto di pubblicità non invasiva.
Il problema è che la pubblicità non serve a un bel niente se non ti assicuri che sia ben visibile. Anzi anche in quel caso è difficile capire se un prodotto si vende bene grazie alla pubblicità o nonostante essa.
La denuncia di Hanff potrebbe avere conseguenze in tutta Europa. Ma prima bisognerà dimostrare che Google effettivamente spia il computer degli utenti, e che così facendo viola le norme europee. Sicuramente il colosso californiano darà battaglia, e sicuramente tante altre aziende (non ultimi gli editori) saranno pronti a unirsi a Google.
Nel frattempo, i consumatori continuano a usare gli adblocker, e per il momento sembra sufficiente scegliere uno dei servizi che ancora riesce a togliere la pubblicità da Youtube.
Già nel 2016 Hanff aveva ottenuto risposta dalla Commissione Europea: gli script per rilevare gli adblocker violano l’articolo 5.3 della “direttiva ePrivacy”. Da allora tuttavia non è successo nulla e molti siti hanno continuano a innalzare barriere più o meno solide contro gli adblocker, anche se in teoria sarebbe illegale.
Anzi, in una proposta di riforma della legge sulla privacy del 2017, la Commissione europea sembra aver invertito la propria posizione, affermando che i fornitori di siti web dovrebbero essere in grado di verificare se un utente utilizza un blocco degli annunci senza la sua approvazione.
Hanff chiede alla commissione di intervenire contro Youtube e di impedirgli di utilizzare gli strumenti di rilevamento degli ad blocker.
"Da quasi vent'anni mi batto per una maggiore tutela della privacy e dei diritti di protezione dei dati", afferma. "Se YouTube continua a pensare di farla franca distribuendo spyware sui nostri dispositivi, farò cadere anche loro".