L'IA ha bisogno della fusione nucleare, ma gli esperti non sono convinti

Il capo di OpenAI sostiene che l'unica risposta ai bisogni energetici dell'IA sia il nucleare, ma gli esperti frenano l'entusiasmo.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Il progresso dell'intelligenza artificiale ha bisogno di una quantità enorme di energia, con un inevitabile impatto sul pianeta. Sam Altman, capo di OpenAI, è convinto che l'unica risposta a questi bisogni sia la fusione nucleare.

Altman, che ha investito personalmente centinaia di milioni nella ricerca sulla fusione nucleare, sostiene che questa tecnologia, considerata da molti il Santo Graal dell'energia pulita, potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico crescente dell'IA. In un'intervista rilasciata poco tempo fa ha affermato che, unitamente all'incremento dell'uso delle rinnovabili, la fusione nucleare rappresenta l'unica via percorribile.

L'IA ha bisogno di grandi quantità di energia ora, ma la fusione nucleare è ancora lontana

Tuttavia, mettere in pratica quanto desiderato da Altman è tutt'altro che semplice: secondo le stime attuali, ci vorranno ancora decenni prima di poter usare la fusione nucleare per produrre stabilmente energia. Un bel problema per l'intelligenza artificiale, che ha bisogno di molta energia in fretta, se non vuole rallentare (se non addirittura bloccare del tutto) il suo sviluppo.

Alcuni esperti ritengono che l'enfasi posta sulla fusione nucleare non rappresenti una strategia concreta di breve termine, sottolineando l'importanza di concentrarsi su fonti energetiche rinnovabili e tecnologie a bassa emissione già disponibili. Aneeqa Khan, ricercatrice nella fusione nucleare presso l'Università di Manchester, ha osservato che, sebbene la fusione nucleare sia molto promettente, al momento è necessario fare affidamento sulle tecnologie esistenti, come la fissione nucleare e le energie rinnovabili.

Il settore dell'IA si trova quindi di fronte ad un bivio: da un lato, c'è l'urgenza di alimentare sistemi sempre più potenti senza aggravare i cambiamenti climatici; dall'altro, c'è la difficile ricerca di fonti energetiche che possano mantenere il passo con le sue esigenze. Un'analisi dell'Agenzia Internazionale dell'Energia rivela che il consumo elettrico di data center, criptovalute e IA potrebbe raddoppiare nei prossimi due anni, esercitando una pressione ancora maggiore sulle risorse energetiche globali.

il consumo elettrico di data center, criptovalute e IA potrebbe raddoppiare nei prossimi due anni

La situazione pone un dilemma particolarmente acuto negli Stati Uniti, dove la richiesta di elettricità dei data center, in particolare, è destinata a triplicare entro il 2030, portando a scelte difficili su chi avrà accesso alle risorse energetiche limitate.

Nonostante queste preoccupazioni, molte aziende del settore sostengono che l'IA ha il potenziale per contribuire significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico, grazie alla sua capacità di monitorare e analizzare dati ambientali con precisione senza precedenti. Inoltre, l'uso dell'IA potrebbe accelerare lo sviluppo della stessa fusione nucleare, aprendo la strada a una futura fonte di energia pulita ed efficiente.

D'altra parte, queste aziende sono impegnate ad aumentare l'efficienza dei propri data center e a ridurre l'impronta energetica dell'IA. Google e Microsoft hanno entrambi sottolineato i progressi compiuti nel migliorare l'efficienza energetica dei loro sistemi, con l'obiettivo di ridurre il loro impatto ambientale.

Tuttavia, il continuo aumento dell'efficienza potrebbe non essere sufficiente a compensare l'impennata della domanda energetica dell'IA. La storia dell'automazione e della tecnologia suggerisce che miglioramenti nell'efficienza possono anzi comportare un incremento nel consumo energetico complessivo, rendendo ancora più pressante la necessità di trovare soluzioni energetiche sostenibili.

La fusione nucleare può senza dubbio essere una soluzione promettente per il futuro, ma la ricerca di energie pulite e sostenibili nel breve termine rimane una sfida cruciale.