L'IA non può essere un inventore, decreta il giudice britannico

La Corte Suprema del Regno Unito ha respinto la richiesta del tecnologo Dr. Stephen Thaler di riconoscere un'intelligenza artificiale come inventore per brevetti, stabilendo che solo le persone possono essere considerate tali.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La Corte Suprema del Regno Unito ha emesso una sentenza storica, stabilendo che "un inventore deve essere una persona" per poter richiedere brevetti. La decisione fa seguito alla disputa sostenuta dallo statunitense Dr. Stephen Thaler con l'Ufficio Proprietà Intellettuale (IPO) riguardo al rifiuto di riconoscere l'intelligenza artificiale (IA) da lui creata come inventrice di due brevetti.

Thaler afferma che il suo sistema IA, chiamato DABUS, ha autonomamente generato un contenitore per cibo o bevande e un faro luminoso. Tuttavia, l'IPO ha respinto la richiesta nel dicembre 2019 di Thaler di registrare DABUS come inventore, sostenendo che l'IA non è una persona.

La Corte Suprema ha confermato le decisioni precedenti, respingendo all'unanimità il ricorso di Thaler. Lord Kitchin ha dichiarato che l'IPO "era giustificato nel decidere che DABUS non è e non è mai stato un inventore". La Corte ha anche respinto l'argomento di Thaler secondo cui aveva il diritto di richiedere brevetti per le invenzioni di DABUS in quanto ne era il proprietario.

La sentenza solleva questioni importanti sul riconoscimento legale delle IA, in particolare riguardo alle loro capacità creative (vere o presunte). Tuttavia, al di là di queste implicazioni, la Corte non si è pronunciata sulla reale capacità dell'IA di creare invenzioni.

Il caso di Thaler arriva in un contesto in cui l'attenzione sugli sviluppi dell'IA è sempre più alta. Tuttavia, la legge attuale richiede che gli inventori siano individui. La decisione potrebbe influenzare il modo in cui vengono gestiti futuri casi simili e alimentare ulteriori discussioni sull'intersezione tra tecnologia e diritto dei brevetti.