L'impatto di BREXIT sul mondo della tecnologia

Samsung, LG e Acer starebbero pensando di lasciare la Gran Bretagna per timore di una sterlina debole e rincari doganali. Intanto gli sviluppatori di videogiochi affidano le proprie preoccupazioni a una lettera aperta, e si attendono le reazioni dei colossi occidentali.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

BREXIT è la notizia del giorno, probabilmente anche della settimana, del mese e forse anche dell'anno. Non c'è giornale oggi che non parli del referendum con cui cittadini britannici hanno scelto di lasciare l'Unione Europea. Un terremoto che sta avendo un impatto spalmato praticamente in ogni settore dell'economia, della politica e della cultura, e sul quale si stanno scrivendo e dicendo fiumi di parole.  

Un riflusso a cui non sono immuni nemmeno le grandi aziende del settore tecnologico, ed ecco perché il discorso su BREXIT trova spazio anche su Tom's Hardware. Sì perché a quanto pare LG e Samsung sono pronte a lasciare la Gran Bretagna, dove hanno il loro quartier generale europeo. Per queste aziende il mercato britannico è diventato all'improvviso meno interessante, in virtù di un aumento dei dazi doganali; una cosa che preoccupa molti osservatori ma che non è ancora una certezza. L'AD della taiwanese Acer prende atto del duro colpo che subirà l'azienda ma per ora non ci sono contromisure drastiche.

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Te ne vai? Ma 'ndo vai?

Non è solo l'hardware naturalmente. In Gran Bretagna, per esempio, tutto il settore dei videogiochi è preoccupato, come evidenzia una lettera aperta da Richard Wilson, che dirige l'associazione di categoria in UK. Gli operatori del settore videoludico chiedono assicurazioni al governo di Downing Street, in particolare perché potrebbe risultare molto più difficile assumere persone non britanniche; uno dei temi su cui ha insistito maggiormente il fronte del leave durante la campagna elettorale è stato proprio quello dei lavoratori stranieri, anche se a onor di cronaca persino gli esponenti di Ukip hanno cercato di lasciare la porta aperta alle persone di talento. C'è poi il problema che l'industria dei videogiochi britannica è votata all'esportazione, ed eventuali barriere doganali potrebbero rappresentare un problema molto serio.

Vale poi la pena ricordare che il Regno Unito non dovrà più sottostare alle regole europee per quanto riguarda (per esempio) protezione dei dati personali e privacy, mercato unico digitale, blocco geografico dei servizi, e roaming telefonico. Resta da vedere come e se reagiranno i grandi giganti del settore come Apple, Google, Facebook, Microsoft e così via. Un gruppo che generale si era espresso in favore di una permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea, ma non avevano detto nulla su cosa avrebbero fatto concretamente nel caso contrario. Di certo nei prossimi giorni succederanno molte altre cose.