L'odissea senza fine del "pirata" Posonov

Alexander Posonov, il mestro russo accusato di pirateria in Russia, continua la sua battaglia "contro il sistema"

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a cura di Manolo De Agostini

Giunge al termine - o quasi - la vicenda di Alexander Posonov, il mestro russo accusato di pirateria e in predicato di andare in Siberia. Secondo l'accusa il docente avrebbe installato sui PC del proprio istituto copie pirata di Windows e Office, facendone usufruire i propri alunni.

Posonov dal canto suo si è sempre difeso, professandosi innocente ed estraneo alla vicenda. Per Posonov niente carceri siberiane, ma una multa salata di 5 mila rubli, pari a 160 euro, la metà dello stipendio mensile del docente.

Posonov ricorrerà in appello, ma lancia oscuri moniti: "Hanno interesse a non dichiararmi innocente", sentendosi un capro espiatorio per dimostrare l'attenzione della Russia nei confronti del copyright. Tuttavia sul versante russo vi sono delle discrepanze: da una parte questa sentenza voluta a tutti i costi, dall'altra la lettera di Gorbachev a Bill Gates e l'espressione "insignificante e ridicolo" utilizzata da Putin per bollare il caso.

La condanna del docente russo sarebbe quindi uno specchietto per allodole per entrare nella World Trade Organization (WTO) - organizzazione mondiale del commercio. A rimetterci il povero Posonov, vittima di un'odiessa giudiziaria per interessi di altri.