Ministri UE: tassiamo i ricavi dei colossi USA!

I Ministri delle Finanze di Francia, Germania, Italia e Spagna concordano sul tassare i ricavi dei colossi hi-tech invece che i profitti.

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a cura di Dario D'Elia

"Non dovremmo più accettare che queste aziende facciano business in Europa pagando una minima quantità di tasse alle nostre tesorerie", si legge nella lettera firmata dai principali ministri delle finanze europee e indirizzata alla presidenza e alla Commissione UE.

Il peso specifico di questa presa di posizione - co-firmata da Francia, Germania, Italia e Spagna - si potrà comprendere solo durante la prossima riunione informale del consiglio dei ministri delle finanze dell'UE (Ecofin) prevista a Tallin dal 15 al 16 settembre. Durante la seconda sessione si parlerà infatti di tassazione dell'economica digitale.

irlanda

Il metodo irlandese

La lettera fa un esplicito riferimento a una "tassa di perequazione" che consenta di normalizzare il prelievo fiscale. Insomma, imposte analoghe a quelle delle altre grandi aziende: per la prima volta si parla di tassare i ricavi dove vengono realizzati, invece che solo i profitti come oggi. Fondamentale però affrontare definitivamente il tema dell'attività stabile e organizzata in ogni paese, a prescindere dalla presenza o meno di uffici o personale.

Sebbene le più importanti economie europee abbiano interessi convergenti ogni iniziativa normativa potrà cambiare la situazione solo se tutti i paesi voteranno all'unanimità. Oggi Irlanda, Olanda e Lussemburgo rappresentano con gli accordi di "tax ruling" sartoriali le falle più consistenti del tessuto fiscale comunitario. Senza la loro adesione si potrà fare poco.

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Ad ogni modo non bisogna scoraggiarsi, Bruxelles ha tutti i poteri per attuare un'efficiente politica di "pressione" con il sostegno soprattutto di Francia e Germania.

La situazione italiana è emblematica. Secondo la Commissione Bilancio della Camera i colossi statunitensi del Web "sottrarrebbero" al fisco circa 5-6 miliardi di euro all'anno - considerata una base imponibile di 30-32 miliardi. Giusto per fare una proporzione se fossero "recuperati" potrebbero contribuire a ridurre sensibilmente la legge di Bilancio del prossimo anno.


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