Neanche Ubuntu rende un euro

Canonical può permettersi di non fare profitti per ancora qualche anno, poi si spera che i servizi post-vendita prendano il volo

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a cura di Dario D'Elia

Nel settore software open source il vero profitto si ottiene solo con i servizi post-vendita. Ne è pienamente convinto Mark Shuttleworth, CEO di Canonical, che alla recente conferenza stampa dedicata a Ubuntu 8.10 ha spiegato quale sia l'unico modello di business vincente.

"Non penso che sarà possibile fare molti soldi, o comunque anche un minimo, vendendo per l'ambito desktop", ha dichiarato il miliardario Shuttleworth. "Noi non ci stiamo provando in questo modo. Cerchiamo di concentrarci su modelli di business basati sui servizi. Ho fiducia in questa strategia per il settore. Linux è l'elemento trainante che porterà l'industria del software a spostarsi dal modello a licenza a quello basato sui servizi".

Già, ma intanto non si può che pazientare poiché persino il successo di Ubuntu non genera un sufficiente flusso di entrate. "Non ho problemi a finanziare questa attività per altri tre o cinque anni", ha aggiunto il dirigente. "Ho la pazienza di affrontare ogni imprevisto. E penso che l'attuale difficile momento sia un'opportunità per Canonical […]. Il nostro cash-flow non è positivo, ma la nostra offerta è molto interessante per chi vuole risparmiare".

"Se ne avessimo bisogno, comunque, potremmo generare del profitto in circa due anni", ha concluso Shuttleworth, riferendosi soprattutto al segmento server.