Netflix, Disney+ e altri, pagheremo di più e la colpa è nostra

I prezzi delle piattaforme streaming sono destinati ad aumentare sempre di più, e la colpa è anche dei consumatori.

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a cura di Giulia Serena

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Dopo anni di inflazione ci siamo sono ormai abituati alle brutte sorprese sui prezzi. Tuttavia, l'impennata dei costi nei servizi di streaming video sta superando ogni aspettativa: la scorsa settimana, Apple TV+ è diventato l'ultimo servizio di streaming ad aumentare i propri prezzi, seguendo l'esempio di altri colossi del settore come Disney+, Hulu, ESPN+ e Netflix, che avevano già incrementato i costi a ottobre.

La situazione è tale che ormai la metà delle principali piattaforme di streaming applica tariffe mensili doppie rispetto ai prezzi di lancio. Al momento è difficile prevedere fino a che punto saranno disposti ad arrivare prima di raggiungere il loro limite. Tuttavia, gli analisti ritengono probabile che le piattaforme continueranno ad aumentare ulteriormente i prezzi... e questo è anche colpa nostra, dato che gli utenti, nonostante gli aumenti, non interrompono gli abbonamenti.

Uno dei fattori che sta spingendo questi aumenti di prezzo è il fatto che il mercato dello streaming è diventato molto saturo. Per aziende come Netflix trovare nuovi abbonati per far crescere i ricavi è diventato un compito arduo; l'azienda ha iniziato a limitare la condivisione delle password per aumentare gli abbonamenti paganti, ma questa strategia ha i suoi limiti. Di conseguenza, aumentare i prezzi per gli abbonati esistenti è un modo efficace per incrementare i ricavi e mantenere soddisfatti gli investitori.

Per le aziende tradizionali del settore dei media, l'aumento dei prezzi nei servizi di streaming rappresenta un tentativo di recuperare i ricavi persi dalle loro ormai in declino attività televisive tradizionali. Man mano che i consumatori disdirebbero gli abbonamenti televisivi via cavo in favore delle piattaforme di streaming, aziende come Disney, Warner Bros. Discovery, Comcast e Paramount stanno perdendo denaro dalle loro attività televisive, che erano in passato molto redditizie.

Alcuni osservatori vedono un altro motivo dietro questi frequenti aumenti dei prezzi: spingere gli abbonati al loro limite e convincerli a optare per piani a prezzi più bassi o anche gratuiti supportati dalla pubblicità.

Il CEO di Disney, Bob Iger, ha dichiarato questo durante una conferenza sugli utili a agosto: "Stiamo ovviamente cercando, con la nostra strategia di prezzi, di spostare più abbonati verso il livello supportato dalla pubblicità". Questo perché, a differenza di un abbonamento a pagamento, che genera entrate fisse ogni mese, non c'è un limite alle entrate pubblicitarie. Il numero di annunci visualizzati e le tariffe che una piattaforma di streaming può addebitare agli inserzionisti per gli annunci sono in costante fluttuazione, offrendo un potenziale illimitato di ricavi.

Con così tanti servizi di streaming e nessun segno di rallentamento degli aumenti dei prezzi, in qualche momento qualcosa dovrà cedere. Gli analisti concordano sul fatto che l'industria dello streaming sta per perdere alcuni dei suoi principali attori. "La visione macro, a livello elevato, è che ci sono troppi servizi di streaming che perdono troppo denaro, e qualcuno alzerà bandiera bianca", ha detto Rich Greenfield, analista di LightShed Partners.