Netflix e le piattaforme VoD, obblighi sul "Made in Europe"

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a cura di Dario D'Elia

Netflix, Amazon e tutte le piattaforme streaming video che dispongono di canali on-demand saranno presto obbligate a offrire almeno il 30% di contenuti prodotti in Europa.

È questo uno degli elementi di novità previsti dalla normativa UE sugli audiovisivi (Audiovisual Media Services Directive - AVMSD), che in fase preliminare ha già coagulato l'accordo di Parlamento UE, Consiglio UE e Commissione UE. Ieri la nota stampa ufficiale ha confermato che entro giugno saranno finalizzati e discussi gli ultimi dettagli tecnici. Dopo il successivo voto del Consiglio e del Parlamento UE ogni indicazione sarà trasformata in legge.

Parlamento UE
Parlamento UE

"Le piattaforme che di fatto si comportano come editori, devono anch'esse essere responsabili dei contenuti", ha dichiarato mercoledì il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, in sede di apertura della conferenza "Shaping our digital Future: the challenge of the digital revolution".

"Non possono permettere impunemente la diffusione di pedo-pornografia, vendita illegale di armi, messaggi di radicalizzazione e di propaganda terroristica, odio razziale, contraffazione o notizie palesemente false".

Non è un caso quindi che sugli audiovisivi sia stata prevista anche una prigorosa protezione dei minori e un rinnovato impegno contro l'incitamento all'odio - sopratuttto di stampo terroristico. Per altro anche le piattaforme di condivisione video, come ad esempio Youtube o Facebook, dovranno adottare appropriate misure di controllo. In tal senso non vi sarà differenza tra TV e video-on-demand.

UE
Il Presidente Antonio Tajani

"Per esprimere tutte le sue potenzialità di crescita, occupazione o sviluppo tecnologico la rivoluzione digitale ha bisogno di libertà. Non dobbiamo però dimenticare che, nelle nostre democrazie liberali, la libertà deve essere accompagnata dalla responsabilità", ha aggiunto il Presidente Tajani.

"I giganti del Web devono essere soggetti alle stesse regole su protezione dei lavoratori, privacy, consumatori, trasparenza, tassazione o proprietà intellettuale previste per le altre imprese. Questo anche per garantire una concorrenza leale con gli operatori tradizionali".

Novità anche sul tema della pubblicità, che permetteranno ai broadcaster una maggiore flessibilità operativa. Invece che rispettare l'attuale limite di 12 minuti per ora, basterà che non superino il 20% di programmazione nella fascia oraria 6:00-18:00.

"L'indipendenza dei regolatori verrà rinforzata nella legge UE assicurando loro una distinzione legale e funzionale indipendentemente dal governo e altre entità pubbliche o private", si legge nel documento di presentazione.

Su questo punto sarà interessante scoprire se in Italia si accenderà un dibattito, dato che l'AGCOM è un'autorità "semi-indipendente" considerato il metodo (politico) di nomina dei commissari e del presidente.