Neutralità della Rete barattata per il roaming: non si può avere tutto

La norma sulla neutralità della Rete approvata con il pacchetto Telecomunicazioni è debole e si presta a interpretazioni.

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a cura di Dario D'Elia

Il nuovo pacchetto delle Telecomunicazioni approvato ieri dal Parlamento Europeo fa ancora discutere soprattutto per come affronta il tema della neutralità della rete. Gli attivisti dei diritti digitali (e non solo) sostengono che la bocciatura di numerosi emendamenti con 440 voti contro 240 consentirà grande libertà di manovra agli operatori TLC.

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Parlamento UE

In pratica si contesta la vaghezza dei testi approvati. Da una parte viene esplicitato l'obbligo per i provider di non discriminare il traffico, magari bloccando o rallentando la ricezione di contenuti, applicazioni o servizi offerti da terzi. Ma dall'altra vengono riconosciuti spazi di eccezionalità.

Si parla di decisioni provenienti da un tribunale per "evitare una congestione della rete o contrastare attacchi informatici". E soprattutto la possibilità per i provider di offrire servizi specialistici che richiedono magari maggiori risorse, senza comunque pregiudicare la qualità generale del traffico Internet. Ecco, che cosa vuol dire esattamente? Forse che un servizio streaming come Netflix, musicale come Apple Music o VoIP come Skype potrebbe essere favorito rispetto ad altri a seguito di accordi?

Il Parlamento UE preferisce non entrare nel dettaglio e passa la palla al Body of European Regulators for Electronic Communications (BEREC), le autorità nazionali ed eventualmente le corti. Da qui a 9 mesi dovranno infatti essere scritti i singoli regolamenti nazionali che recepiranno il pacchetto normativo approvato a Bruxelles.

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Gli osservatori più smaliziati hanno ben compreso che tutto questo è il risultato di un lungo braccio di ferro tra le lobby. La priorità politica era quella del roaming – azzerato dal 2017 – quindi sulla neutralità si è dovuti giungere a un compromesso.

Negli Stati Uniti, dove il tema è stato affrontato con maggiore accuratezza, i rapporti di forza tra operatori, over-the-top (Google, Apple, e gli altri), istituzioni ed ente regolatore (FCC) sono completamente diversi. La Silicon Valley nel fare lobbying è quasi più potente degli operatori e quando bisogna decidere sulle telecomunicazioni l'ultima parola è della Federal Communications Commission, non il Congresso. In Europa gli americani sono in posizione più debole e chi dà indicazioni è il Parlamento Europeo, non il BEREC.

"Non tutto è perduto. Il Parlamento Europeo sta essenzialmente passando la patata bollente al BEREC, i regolatori nazionali e le corti, che dovranno decidere come queste regole spettacolarmente poco chiare dovranno essere implementate", ha dichiarato Anne Jellema, AD di Web Foundation.