NGN in fibra, ecco le regole. Telecom può esultare

Grazie al Sole 24 Ore è stato possibile consultare il nuovo quadro normativo AGCOM che riguarda lo sviluppo della NGN. Tanti i compromessi, ma brilla soprattutto il favore fatto a Telecom Italia per il bitstream.

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a cura di Dario D'Elia

Il Garante per le Comunicazioni ha completato il quadro normativo per lo sviluppo della nuova rete in fibra (NGN). Nel rispetto della raccomandazione europea, il documento contiene tutte le indicazioni che dovrebbero agevolare il passaggio dal rame alla fibra. Il Sole 24 Ore in anteprima ne ha pubblicato il testo integrale, e quindi è possibile rilevarne gli elementi chiave.

La prima cosa è che è stato stabilito l'unbundling per la fibra a partire dal 2013, ma solo dove è presente la rete in fibra dell'operatore dominante. Di fatto Telecom Italia dovrà concedere le proprie infrastrutture di rete come avviene adesso per il rame. Il problema però riguarda il bitstream (servizio di interconnessione all'ingrosso), poiché "sarà orientato al costo nelle zone in cui Telecom è l'unico operatore e a condizioni di mercato nelle aree dove la concorrenza è sviluppata", come riporta il quotidiano. Senza contare che l'incumbent "non avrà l'obbligo di offrire contemporaneamente unbundling e bitstream".

Abbiamo finalmente i regolamenti sulla NGN

"Per rafforzare l'efficacia dell'obbligo di trasparenza già formulato e di facilitare la pianificazione degli investimenti da parte degli operatori, sarebbe opportuno che l'operatore notificato (Telecom, NdR) […] rendesse disponibile agli altri operatori autorizzati un sistema informatizzato per l'acquisizione di informazioni circa la cartografia dei condotti e delle camere di accesso della rete e della palificazione, circa la disponibilità di fibra spenta nella rete di accesso, nonché informazioni sugli edifici che vengono cablati", si legge nel documento.

"Nelle aree in cui vi è già o è prevista una competizione di tipo infrastrutturale, appare opportuno non imporre - in questa fase - l'obbligo di unbundling all'operatore notificato per incentivare sia l'incumbent, sia gli operatore alternativi ad investire in infrastrutture proprie". E per quanto riguarda i prezzi del servizio, "essi debbono essere orientati ai costi, con la previsione di un opportuno premio al rischio".

Normative UE a confronto - clicca per ingrandire

Per quanto riguarda i co-investimenti nell'ultimo miglio di cui si sente parlare da mesi, dove gli operatori desidereranno prestazioni superiori dovranno fare da soli.

Il commento degli esperti non si è fatto attendere. Da rilevare senza dubbio il parere negativo di Stefano Quintarelli. "Siamo nella seguente situazione: c'è una zona dove c'è una sola rete e c'è il bitstream orientato al costo. Un operatore X, diverso da Telecom, dovrebbe essere incentivato a fare una rete nuova per il fatto che, se X la fa, allora Telecom Italia non avrebbe più l'obbligo di orientamento al costo", scrive sul suo blog. "Cioè, un operatore alternativo farebbe la rete nuova per dare un vantaggio a Telecom Italia. Ovviamente ciò non incentiva proprio la realizzazione di nuove reti". 

"Allora il principio varrebbe dove dette reti di accesso in fibra duplicate ci sono già, cioè a Milano. (e pezzi di Roma) e allora diciamolo... A Milano non si vuole dare il bitstream orientato al costo".

Il testo AGCOM adesso sarà sottoposto a consultazione pubblica, quindi agli operatori.