Non volete prendere le chiavi di casa? Potete optare per un chip sotto pelle

Durante la DEF CON sono stati mostrati i pregi dell'avere oltre 25 impianti sotto cutanei, mostrando ai presenti come sarà il futuro.

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a cura di Andrea Maiellano

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L'ingegnere Miana Windall sta portando il concetto di interazione uomo-macchina a un nuovo livello, con circa 25 impiantiche risiedono sotto la sua pelle. Ad alcuni questo potrebbe far venire i brividi, ad altri potrebbe portare alla mente, istantaneamente, quell'immaginario Cyberpunk che tanto va di moda in questo periodo, specialmente dopo che Windall ha affermato che "per la maggior parte di questi impianti, non sono visibili", lasciando intendere che alcuni di questi possano, effettivamente, risultare evidenti guardando il suo corpo.

Nel corso della conferenza sulla sicurezza DEF CON di giovedì, Windall ha spiegato il suo interesse per gli impianti e la sua esperienza nel programmarli per l'uso personale. La tecnologia RFID, che alimenta i dispositivi scansionabili come fossero delle comuni carte della metropolitana o il pagamento senza contatto, ha radici che risalgono agli anni '70 ma nonostante la sua "anzianità", l'RFID non ha ancora espresso appieno il suo potenziale.

Tuttavia, Windall, spiega come questi impianti possano risultare utili anche nella vita di tutti i giorni, spiegando che per chi ama uscire senza borsa, non esiste la possibilità che un sensore, impiantato sotto pelle, possa essere perso o rubato, permettendo l'accesso, senza il minimo sforzo, ai propri metodi di pagamento, all'accesso per la propria abitazione e alle tessere dei servizi pubblici e persino alla propria assicurazione sanitaria.

Nonostante l'aura da "futuro remoto" che circonda queste dichiarazioni, gli impianti a chip non funzionano come nei film di Hollywood e a spiegarlo ci ha pensato Amal Graafstra, fondatore del servizio di impianti Dangerous Things. Essi non sono attivi, vivi o energizzati quando non è presente un lettore nelle vicinanze.

Questa limitazione indica che l'utilizzo degli impianti RFID è piuttosto circoscritto e, nonostante esistano alcune applicazioni predefinite (come l'impianto della chiave Tesla che permette di avviare l'auto), di solito l'utente deve essere in grado di copiare determinate configurazioni su di esso per renderlo veramente efficace. Graafstra ha spiegato, molto banalmente, che "quando vendiamo il trasponder, stiamo vendendo solo una chiave e non la serratura", sottolineando che l'utente deve avere una certa competenza tecnica per creare "la serratura".

Windall ha voluto, inoltre, avvertire sul fatto che prima di rivolgersi a un artista di modificazione del corpo, per l'inserimento di un impianto, è importante sapere che ci si potrebbe ritrovare con un chip inutilizzabile. "Fate le vostre ricerche e assicuratevi che ciò che desiderate sia possibile prima di sottoporvi a un intervento chirurgico". Windall ha, inoltre, confortato i presenti spiegano di avere lei stessa alcuni impianti inattivi all'interno del proprio corpo e che non rappresentano alcun rischio per la salute.

Oltre all'uso personale, molte aziende stanno esplorando le possibilità di utilizzare gli impianti RFID come strumenti di sicurezza. Nonostante la vulnerabilità intrinseca associata alla tecnologia RFID a causa della necessità di accesso alle credenziali, avere queste credenziali sotto pelle impedirebbe di rubare facilmente carte di accesso o informazioni. Windall ha, infine, ironicamente suggerito che le probabilità che qualcuno scansioni le credenziali senza che l'utente se ne accorga è praticamente inesistente: "Non puoi avere la tua mano borseggiata, almeno non senza un machete".

In conclusione, gli impianti RFID rappresentano un connubio unico tra tecnologia e corpo umano, aprendo nuove possibilità che fino a ora erano segregate al solo immaginario fantascientifico. Bisogna però tenere a mente le numerose questioni legate alla privacy e alla sicurezza, poiché per quanto la tecnologia si evolve, e si adatta alle esigenze del futuro, gli utenti finali devono sempre essere consapevoli delle implicazioni, e delle eventuali ripercussioni, che un'innovazione come l'impianto sotto pelle, potrebbe comportare.