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Moving Out 2 | Recensione

Moving Out 2 si conferma come uno dei miglioti party game mai realizzati, proponendo qualche novità ma restando ancorato alle sue radici.

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a cura di Andrea Maiellano

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Non ve lo nego, appena ho iniziato a giocare a Moving Out 2 ho fatto un tuffo nel passato a quando spendevo ore e ore a litigare con la mia compagnia cercando di gestire le cucine della serie Overcooked. Il vibe della serie è molto simile, i dialoghi e i personaggi lo ricordano parecchio e il fatto di gestire una demenziale e delirante ditta di traslochi si rivela come un "leitmotiv" anche migliore, rispetto al dirigere le operazioni di cucina.

Già quando giocai al primo Moving Out, e quando ci rigiocai recentemente poiché incluso nella Rog Ally come piccolo omaggio, provai le stesse sensazioni ma in entrambe le occasioni non ebbi tempo per provare a dovere il multiplayer locale, quindi limitai la mia esperienza al solo single player, ritrovandomi di fronte a una produzione il cui "stato di grazia" è, ovviamente, sul divano assieme agli amici o ai famigliari.

Perciò, non appena installato Moving Out 2, decisi di non perdere nuovamene l'occasione e, dopo aver spolverato una manciata di controller, ho deciso di intraprendere l'intera avvantura giocando in due, in tre, persino in quattro, limitando le sessioni in solitaria per le ore notturne in cui tutti dormono.

Il risultato è stato quello di vivere un'esperienza capace di regalarmi sensazioni nostalgiche e di far volare la mente non solo verso quelle partite a Overcooked ma anche a tutti quei pomeriggi spesi con un multi-tap a giocare con gli amici. Questo, però, non vuol dire che Moving Out 2 non sia godibile anche in totale solitudine.

Non potevamo chiamarla P.E.T.O.

Moving Out 2 mantiene intatta la vena demenziale che re unico il primo capitolo. Il giocatore è parte della stravagante ditta F.A.R.T. (Furniture Arrangement & Relocation Technician), specializzata in traslochi nella delirante cittadina di Packmore. Fin dai primi momenti il gioco si prodiga nello sciorinare i fondamenti del gameplay, accompagnando il tutto con la classica spiegazione atta a giustificare come mai si ricominci da zero il proprio percorso nella celebre ditta di trasporti.

Quello che stravolge un comparto narrativo che, apparentemente, sembrava ripercorrere pedissequamente i passi del primo capitolo, è la comparsa di un portale spaziotemporale che collega fra loro una serie di universi alternativi, ognuno con i propri problemi di trasloco da risolvere.

Sarà proprio l'introduzione del multiverso a rappresentare il cambiamento principale nella struttura di Moving Out 2, aggiungendo non solamente uno strato comico ricolmo di citazioni al trend del momento ma garantendo quella varietà in termini di level design che serviva a Moving Out 2 per differenziarsi, in termini di level design, dal predecessore.

Grazie al portale spaziotemporale, il gioco presenta tre mondi ben distinti: Scatolamelot, Scaramellonia e Neo Scatolopolis, tutti contraddistinti da elementi unici di level design e situazioni che hanno permesso ai designer di fare, letteralmente, quello che volevano per rendere il più assurdo possibile ogni trasloco che si andrà ad affrontare.

Per quanto riguarda, invece, gli obiettivi da conseguire in ogni livello, bisognerà ottenere un massimo di cinque stelle, le quali potranno essere guadagnate completando degli obiettivi specifici. Questi ultimi spaziano dal completare in certo limite di tempo il lavoro, fino al comprendere cosa intenda la descrizione sibillina di fianco alla stella, per comprendere quali azioni compiere con determinati elementi d'arredo.

Accumulando stelle, si aumenta il proprio grado F.A.R.T., il quale sblocca nuove sezioni della mappa, permettendo la progressione dell'avventura e l'accesso ai livelli più impegnativi. Se la sfida diventa troppo difficile, è possibile inoltre attivare la modalità assistita, la quale permette di adattare ciascun livello alle proprie esigenze.

Insieme è meglio

Per quanto riguarda il gameplay nudo e crudo, Moving Out 2 si comporta esattamente come il suo predecessore. All'interno di livelli caratterizzati da una visuale isometrica, si dovrà spostare agilmente il proprio traslocatore, facendogli prima afferrare gli oggetti per poi farglieli trascinare, o lanciare, all'interno del camion parcheggiato fuori dall'abitazione.

Il traslocatore, selezionabile attraverso una nutrita schiera di personaggi deliranti e ben caratterizzati, potrà saltare, schiaffeggiare, afferrare e lanciare. Poche azioni ma tutte indispensabili per portare a termine il proprio lavoro e capaci di garantire il giusto bilanciamento fra coordinazione e prontezza d'esecuzione, capace di rendere il gameplay di Moving Out 2 tanto semplice quanto divertente.

Ovviamente, però, il gameplay raggiunge il suo stato di grazia quando più giocatori sono impegnati in un trasloco. Fra la possibilità di muovere rapidamente letti e frigoriferi in due, o più, persone e la costante necessità di organizzarsi a dovere per non ostruirsi lo spazio a vicenda, ogni partita di Moving Out 2 si trasforma, molto rapidamente, in un delirio di tostapani che volano, scatoloni che rotolano e appartamenti distrutti, capace di mettere a dura prova la pazienza del più santo fra i peccatori e di rendere ogni partita in compagnia un delirio alla stregua del miglior party game.

Moving Out 2 o Moving Out 1 1/2?

L'unica, reale, criticità che mi sento di muovere nei confronti di Moving Out 2 è il suo non aver proposto miglioramenti impattanti, in termini di gameplaly, rispetto al capitolo precedente. Sia chiaro è un ottimo "More Of The Same" ma sembra più un'espansione del primo capitolo che un vero è proprio sequel capace di portare delle novità concrete nel gameplay della precedente iterazione.

Il comparto artistico di Moving Out 2 mantiene lo stile delirante del primo capitolo e, grazie alle nuove ambientazioni, il level design, come vi anticipavo poc'anzi, ne guadagna in varietà di situazioni proposte. I nuovi personaggi, tutti assurdi e variopinti, sono ben confezionati (anche se ho detestato il vedere già pronti i vari pacchetti di personaggi aggiuntivi a pagamento) e la loro elevata perosnalizzazione spinge a perdere del tempo nel personalizzarli nelle maniere più assurde.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, infine, Moving Out 2 offre un'esperienza fluida dall'inizio alla fine, anche se tecnicamente non presenta grandi novità rispetto al passato. Durante la mia prova ho riscontrato qualche glitch qua e la ma nulla di invalidante. Molto ben realizzata, invece, la localizzazione in Italiano, capace di riadattare a dovere i numerosi giochi di parole presenti nel titolo e renderli, comunque, perfettamente godibili e altrettanto divertenti.

Voto Recensione di Moving Out 2 - Steam


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Gli scenari sono tutti vari e ben realizzati.

  • - Assieme agli amici è un party game di indubbia qualità

  • - Lo stile grafico e il comparto artistico sono puliti e disimpegnati il giusto.

  • - La localizzazione in Italiano, preserva l'ottima comicità delle linee di dialogo originali.

Contro

  • - in termini di gameplay spinge poco sulle novità, risultando più un'ottima espansione del primo rispetto a un vero e proprio sequel.

Commento

Moving Out 2 conferma quanto di buono fatto dal suo predecessore e si staglia come uno dei parte game più divertenti di questo 2023. Giocato in singolo diverte, giocato con gli amici su un divano brilla di luce propria. L'unica vera pecca è che non introduce una serie di novità in termini di gameplay da farlo risultare come un vero e proprio sequel, "limitandosi" a spaziare maggiormente nel level design, e nelle situazioni proposte, garantendo infinite ore di divertimento a chi amò il suo predecessore.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Moving Out 2 - Steam

Moving Out 2 - Steam