Online il primo sito .xxx, senza sosta le polemiche

Dalla mezzanotte di venerdì è ufficialmente raggiungibile il primo dominio .xxx, che diventerà la casa dei siti web erotici. Non si placano le polemiche da parte di alcune aziende del settore. Nel mirino i prezzi elevati e la paura di perdere traffico.

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a cura di Roberto Caccia

Il primo dominio .xxx è ora raggiungibile online. Intorno alla mezzanotte di venerdì è stato, infatti, sbloccato l'accesso a quello che è a tutti gli effetti il primo sito Internet con le tre lettere più "calde" del Web, dopo 11 anni dalla prima proposta di usare questo tipo di dominio.

Al momento si possono visitare siti come porn.xxx e sex.xxx che, per ora, non offrono nessun contenuto erotico. Soltanto un'immagine che invita ad essere adulti riguardo alla questione e i collegamenti alle pagine di ICM Registry, il gruppo incaricato di gestire questi domini.

Per ora solo un'immagine e i collegamenti alle pagine di ICM sui siti porn.xxx e sex.xxx

Il riferimento è alle polemiche passate sui risvolti morali e sulle difficoltà per ottenere i permessi dall'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers).

Fra i timori del gruppo il fatto che il dominio .xxx possa essere bloccato dai governi più conservatori, come nel caso di India e Arabia Saudita, che hanno esplicitamente ammesso d'impedirne l'accesso alle connessioni provenienti dall'interno del territorio nazionale.

Anche Free Speech Coalition, un gruppo californiano di aziende del settore a luci rosse, ha protestato contro l'avvento di questo dominio e sta radunando le forze per un boicottaggio di massa. La protesta è in parte per la paura di una facile censura, per la probabile perdita di ricavi a causa di filtri più efficaci e per i prezzi troppo elevati di mantenimento dei siti Web, circa 70 dollari all'anno contro i 10 dei domini .com (Il Porno trova casa online, è il dominio .xxx).

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Nonostante tutto, ICM dichiara di aver già ricevuto circa 600mila prenotazioni, un giro d'affari potenziale pari a 30 milioni di dollari soltanto per il primo anno. L'ICANN tratterrà una quota di 2 dollari per ogni dominio venduto.

I ricavi andranno a rimpinguare le casse di ICM e del suo principale fondatore, nonché attuale presidente, che nel corso degli anni ha sborsato circa 20 milioni di dollari (la maggior parte in spese legali) per spingere il mondo del porno online verso l'attuazione di questi domini.