La rivoluzione interna di Intel ha preso una piega drastica con l'introduzione di nuovi parametri di redditività che potrebbero ridefinire completamente il futuro dell'azienda. Sotto la guida del nuovo CEO Lip-Bu Tan, il colosso dei semiconduttori ha implementato una soglia di profitto del 50% per tutti i progetti futuri, una decisione che promette di scuotere dalle fondamenta l'approccio innovativo del gruppo. Questa mossa rappresenta un cambio di paradigma per un'azienda che negli ultimi anni ha visto i propri margini di profitto crollare fino al 31,67% nel primo trimestre del 2025.
Michelle Johnston Holthaus, CEO di Intel Products, ha rivelato durante la conferenza tecnologica globale di Bank of America che nessun progetto potrà più procedere senza garantire almeno il 50% di margine lordo. La dirigente ha spiegato con chiarezza la nuova politica aziendale: gli ingegneri non verranno nemmeno assegnati a progetti che non rispettino questi standard di redditività, basati su aspettative consolidate del settore.
Il contrasto con il passato recente di Intel è evidente quando si analizza l'evoluzione dei margini di profitto dell'azienda. Per un decennio intero, fino alla pandemia di COVID-19, Intel aveva mantenuto margini intorno al 60%, una performance che iniziò a deteriorarsi nel secondo trimestre del 2022, quando scese sotto la soglia del 50% per poi continuare una discesa costante fino ai livelli attuali.
La strategia di Tan tra tagli e investimenti
Dietro questa trasformazione radicale si cela la determinazione laser-focused del nuovo CEO Lip-Bu Tan, che ha ereditato un'azienda in difficoltà dal predecessore Pat Gelsinger. Tan non si sta limitando alla revisione dei progetti futuri: sta anche esaminando e potenzialmente cancellando accordi esistenti con altre aziende che non garantiscono la redditività desiderata.
La roadmap futura di Intel, che include i processori Panther Lake e Nova Lake, dovrà rispettare questi nuovi standard di marginalità. Holthaus ha precisato che, sebbene l'azienda non si aspetti di raggiungere immediatamente il 50% su tutte le operazioni, questo rimane l'obiettivo interno verso cui tendere.
La dirigente prevede un periodo di tensioni interne, descrivendolo come una "battaglia di tiro alla fune" tra ingegneri e dirigenti, costretti a navigare tra le esigenze competitive del mercato e i requisiti dei clienti da un lato, e la necessità di mantenere una struttura di costi sostenibile dall'altro. Questa sfida richiederà all'azienda di eccellere simultaneamente su entrambi i fronti.
Parallelamente alla stretta sui margini, Tan sta preparando un'altra significativa ondata di licenziamenti per il secondo trimestre, che potrebbe coinvolgere fino al 20% della forza lavoro rimanente. Questa decisione arriva dopo una ristrutturazione della leadership volta a eliminare i livelli di management intermedio tra il CEO e i responsabili dei team operativi.
Nonostante i tagli, Tan mantiene una visione ambiziosa per Intel, puntando a riportarla alle origini come "azienda focalizzata sull'ingegneria". Il CEO ha espresso la volontà di investire nel reclutamento e nella retention dei migliori talenti, riconoscendo che Intel ha perso competenze preziose negli anni passati e affermando la necessità di creare una cultura di innovazione e empowerment.
Questa apparente contraddizione tra licenziamenti massicci e investimenti nei talenti rappresenta la sfida più complessa che Tan dovrà affrontare: bilanciare l'efficienza operativa con la capacità innovativa che ha sempre contraddistinto Intel. Gli investitori, tuttavia, sembrano appoggiare questa strategia apparentemente paradossale, confidando nella capacità del nuovo management di risollevare le sorti del gigante tecnologico.