Ora l’ISIS è preoccupata per la sicurezza su Android

L’organizzazione terroristica utilizza app per smartphone a scopo di propaganda, ma si sta trovando a fare i conti con la comparsa di versioni modificate che contengono malware e programmi spia.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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Anche i terroristi si preoccupano per la sicurezza, per lo meno quando si parla di sicurezza informatica e quando si parla di Android.

Ad avere dei seri grattacapi con le falle di sicurezza dei dispositivi col sistema di Google è nientemeno che l’ISIS, il sedicente califfato che utilizza da tempo i social media per la sua propaganda e per comunicare con i suoi seguaci sparsi per il globo.

I jihadisti hanno cominciato a puntare sulle app dopo che l’uso dei tradizionali social media (Facebook, Twitter e simili) si è trasformato in un clamoroso boomerang che ha consentito alle forze di polizia di individuare e arrestare numerosi membri dell’organizzazione.

Creandosi le app da soli, i terroristi pensavano di poter gestire meglio la situazione e mantenere una rete di comunicazione e propaganda senza correre troppi rischi.

La collezione di app a marchio ISIS sono parecchie, la maggior parte delle quali (come Amaq o al-Bayan Radio broadcasts) sono dedicate alla propaganda. Non mancano però app più “leggere”, come quella dedicata ai bambini che insegna l’alfabeto arabo attraverso tematiche jihadiste.

bimbi
Niente da dire: quest’app per insegnare ai bambini l’alfabeto arabo utilizza immagini decisamente inusuali.

La piattaforma Android è stata una scelta obbligata, più che altro per il fatto che è l’unica a consentire l’installazione di app senza un rigoroso controllo sulla loro provenienza.

A quanto pare però, i responsabili della comunicazione di ISIS non avevano fatto i conti con il rischio che in questo modo le loro stesse app potessero diventare uno strumento utilizzato per spiarne l’attività e infiltrarne le fila.

Stando ad alcuni messaggi pubblicati su siti collegati all’organizzazione, sul Web hanno fatto la loro comparsa delle versioni “taroccate” delle app più diffuse, probabilmente contenenti malware e software spia.

amaq
Qualcuno avrebbe mai pensato di leggere un avviso di un gruppo terroristico che mette in guardia nei confronti di app pubblicate da “fonti inaffidabili”?

Gli avvisi mettono in guardia i seguaci dal rischio di essere spiati e li invitano a verificare la firma digitale prima di installarle sui dispositivi.

Non è escluso, però, che il prossimo passo dei terroristi sia quello di rinunciare una volta per tutte all’utilizzo di app “fai da te” per tornare a usare i meno “social” ma più affidabili servizi di chat sul Dark Web.