Pannelli solari per combattere la siccità e avere una birra migliore

I pannelli solari possono coprire aree agricole e offrire così molti vantaggi

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ci sono molte cose per cui la Germania è famosa, e due di esse sono l’abbondante produzione di ottima birra, e le moderne politiche per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Pochi però si sarebbero aspettati che le due cose formassero una coppia quasi perfetta.

Già, perché l’ombra dei pannelli solari fa un gran bene alle coltivazioni di luppolo, quindi ci si guadagna due volte: un raccolto migliore e un sacco di energia pulita, da usare o da rivendere. Un fenomeno che in Germania è sembra sul punto di diventare una tendenza nazionale, come racconta Associated Press.

Il progetto pilota è stato avviato nell’autunno del 2021: sono stati posizionati abbastanza pannelli da alimentare circa 250 famiglie. Sotto di essi il luppolo sta benissimo - dettaglio particolarmente importante perché con la crisi climatica in Germania c’è sempre più sole, e questa coltivazione ne può soffrire.

La soluzione, usare i pannelli per ombreggiare le coltivazioni, non è comunque nuova: è già da qualche anno che viene usata in giro per il mondo, dove si coltivano prodotti che hanno bisogno di un po’ di ombra extra. L’ombra piace ad alcune piante più che ad altre, come sa chiunque abbia provato a coltivare qualcosa. Ma aiuta anche a risparmiare acqua, e in misura minore a prevenire malattie e parassiti.

Ma non si tratta solo della Germania. Progetti simili sono in corso in tutto il mondo, e si scommette sul fatto che i pannelli possono proteggere le coltivazioni e aiutare a usare meno acqua, andando a compensare uno degli effetti peggiori della crisi climatica, cioè la siccità.

"È possibile ottenere le energie rinnovabili dalla terra che si ha a disposizione e non è necessario realizzare questi enormi impianti solari su terreni agricoli di qualità, come si è visto finora", ha dichiarato Elinor Thompson, ricercatrice dell'Università di Greenwich.

"Nessuno può permettersi di perdere il raccolto, soprattutto nelle condizioni attuali", ha detto. "Partiamo dal presupposto che le estati britanniche diventeranno più calde, abbiamo un problema di scarsità d'acqua, dobbiamo essere efficienti in tutti i settori dell'agricoltura".

Secondo Richard Randle-Boggis (Università di Sheffield) possono essere utilizzati per "resistere ai cambiamenti climatici e per migliorare l'ambiente di coltivazione delle colture, fornendo al contempo elettricità a basse emissioni di carbonio".

Le aziende agricole che stanno partecipando a questi progetti hanno registrato un aumento della resa per alcune coltivazioni, ma anche un peggioramento per altre. Ma sempre con il beneficio aggiuntivo della produzione energetica. "Il mais è anche una pianta che ama il sole. Quindi il fatto che abbiamo avuto un aumento della resa del mais dell'11%... è un risultato fenomenale", ha dichiarato Randle-Boggis.

"Alla fine dell'anno creeremo un altro parco solare sopra il luppolo", che avrà un potenziale di generazione di elettricità circa 10 volte superiore a quello del progetto attuale, ha dichiarato Bernhard Gruber, che gestisce la parte energetica del progetto tedesco. "Stiamo ricevendo molte richieste dai coltivatori di luppolo", ha detto, "anche dall'estero".

Sembra qualcosa che dovremmo provare anche in Italia, perché se inglesi e tedeschi sono preoccupati di estati più calde e torride, figuriamoci che cosa possiamo aspettarci noi.

E invece, a quanto pare, abbiamo leggi che o vietano di mettere pannelli solari su aree agricole, oppure lo permettono ma solo rinunciando ai possibili incentivi. La legge, probabilmente, è pensata per impedire di trasformare campi incolti in centrali solari non dichiarate - cosa che tra l’altro non sarebbe nemmeno tanto brutta, pensando alla crisi energetica che stiamo vivendo e a quella che ci aspetta nei prossimi anni.

Se però uno vuole coltivare mais, o pomodori, o qualunque altra cosa, e gli venisse in mente di mettere anche i pannelli solari … beh, non è difficile immaginare l’inferno burocratico in cui ci si andrebbe a infilare. Un ginepraio da cui non usciremo facilmente e nemmeno presto, visto che al momento abbiamo ancora a che fare con una discreta quantità di negazionisti, secondo cui è tutto normale e non c’è niente di cui preoccuparsi. Alcuni di loro sono persino amministratori e ministri, pensate un po’.

Immagine di copertina: brad2 e saskekun