Partenza per Alpha Centauri nel 2069, siamo sicuri?

Entro un anno la NASA dovrà preparare una relazione sui sistemi di propulsione che potrebbero spingere una sonda fino ad Alpha Centauri.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Non abbiamo ancora messo piede su Marte e qualcuno pensa già ad Alpha Centauri. L'argomento è caldo dopo che personaggi del calibro di Stephen Hawking e Mark Zuckerberg hanno promosso un progetto ad hoc.

A far tornare alla ribalta l'argomento questa volta è il repubblicano John Culberson, che ha esortato la NASA a sviluppare sonde interstellari con l'obiettivo di lanciare una missione per Alpha Centauri nel 2069, in concomitanza con il centenario dell'allunaggio dell'Apollo 11.

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Breakthrough Starshot

Questo entusiasta tifoso dell'esplorazione spaziale ha pubblicato una relazione allegata al disegno di legge per l'approvazione del bilancio della NASA per il 2017 in cui "incoraggia la NASA a studiare e sviluppare propulsori che potrebbero consentire a una sonda interstellare di raggiungere una velocità di crociera di 0.1c, ossia il 10% della velocità della luce".

Nella relazione si chiede alla NASA una relazione al riguardo entro 1 anno. Sicuramente la NASA avrà qualcosa da dire, considerato per esempio il lavoro del professore di Fisica Philip Lubin, che è spesso sotto ai riflettori per la sua ricerca sui veicoli spaziali a propulsione laser e che sta procedendo proprio grazie a una borsa di studio della NASA.

Un viaggio da fantascienza

Molti scienziati considerano tuttora l'idea del viaggio interstellare saldamente relegato nel campo della fantascienza. Il motivo è più che altro la grande distanza: Alpha Centauri è a 4,4 anni luce da noi, ossia quasi 40.000 miliardi di chilometri. La sonda più veloce che l'uomo ha finora lanciato nello Spazio (Helios) viaggia a circa 250.000 chilometri all'ora. A quella velocità ci vorrebbero 18.000 anni per raggiungere la stella più vicina al Sole. Per pensare a un obiettivo del genere servirebbe una velocità equivalente a una frazione sostanziosa della velocità della luce, almeno il 10%, che permetterebbe di arrivare su Alpha Centauri in soli 44 anni.

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Phil Lubin

Il raggiungimento di un obiettivo di questa portata richiede una capacità che non abbiamo ancora raggiunto di raccogliere e sfruttare l'energia solare, anche usando una sonda molto leggera. È questa la sfida che è alla base del progetto Breakthrough Starshot finanziato dal miliardario russo Yuri Milner: costruire astronavi dalle dimensioni molto contenute, lanciate nello spazio a 100 milioni di miglia orarie, il 20 percento circa della velocità della luce.

Dato per certo che le forme convenzionali di propulsione non saranno in grado di raggiungere queste velocità interstellari, nella relazione si invita la NASA a prendere in considerazione per esempio la propulsione basata sulla fusione nucleare, che però è una tecnologia che non padroneggiamo nemmeno sulla Terra, quindi un'applicazione spaziale è molto lontana. Altra variante menzionata nella relazione è quella di spingere i veicoli con una serie di esplosioni termonucleari generate dallo scontro fra materia e antimateria. Il problema, se riuscissimo a mettere a punto un sistema simile, sarebbe proteggere il veicolo spaziale e il suo equipaggio.

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Brussard ramjet - ricostruzione grafica

Altra tecnologia futuristica tirata in ballo dalla relazione è il Bussard ramjet (direttamente tratta da Tau Zero di Poul Anderson del 1970) che utilizza campi elettromagnetici per raccogliere l'idrogeno dallo Spazio interstellare durante il viaggio, per poi comprimerlo di un fattore sufficiente affinché si verifichi una fusione nucleare che dia la spinta in avanti al veicolo.

L'idea meno fantascientifica è quella sullo studio del professor Lubin: fate il tifo per lui?