Impressioni d'uso

Test Pentax K-3 II. La versione MK II della reflex di punta Pentax riprende dalla progenitrice il robusto corpo in magnesio, il sensore APS-C da 24,3 Mpixel e l'autofocus a 27 punti, ma aggiunge uno stabilizzatore dell'immagine più efficace, la tecnologia Pixel Shift Resolution e la correzione automatica dell'orizzonte. Perde però il flash, che invece era presente sulla prima versione della K-3, per far posto al modulo GPS.

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a cura di Tom's Hardware

Impressioni d'uso

Fin dai modelli analogici degli anni '80, le reflex Pentax si sono sempre distinte per la loro qualità costruttiva e la loro affidabilità, dando l'impressione di prodotti solidi, più orientati alla funzionalità che all'estetica fine a se stessa. La K-3 II segue queste linee; è una macchina di medie dimensioni, dal design forse non all'ultimo grido (ricorda molto i modelli analogici della stessa casa), che offre comunque una piacevole sensazione una volta impugnata. La costruzione è accurata, il grip efficace, i comandi facilmente azionabili e dimensionati correttamente. L'ampia dotazione di tasti e ghiere può spaventare all'inizio, ma dobbiamo pensare che si tratta di una macchina destinata ad un utilizzo semi-professionale.

L'acquirente tipo della K-3 II desidera avere il controllo totale immediato sui parametri di scatto più comuni e necessita di grande velocità, quindi deve poter agire sulle funzioni principali senza operazioni troppo complicate.

Una volta accesa, la macchina è operativa in meno di un secondo e cattura l'attenzione per i display, quello superiore che quello posteriore, dalla grafica accattivante, ben visibili anche sotto la luce diretta del sole e di sicuro effetto nella penombra:

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Il pentaprisma di vetro ottico è senz'altro un elemento di pregio: offre una visione pari al 100% del campo inquadrato.

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La K-3 II usa il pentaprisma al posto del più economico pentaspecchio

Il mirino è piuttosto ampio e luminoso, l'Eye Point di 20,5 mm dalla lente esterna dell'oculare permette di tenere l'occhio non proprio appiccicato allo stesso. I dati alfanumerici sono sempre ben visibili, anche se si sposta la pupilla dal centro del mirino. Si noti che la macchina non è dotata di sensore di prossimità per l'oculare; il monitor posteriore si spegne quindi al momento in cui si preme a metà corsa il pulsante di scatto.

Lo schermo di messa a fuoco è intercambiabile, caratteristica riscontrabile solo sulle reflex di fascia alta.

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Il monitor posteriore da 1.037.000 pixel appare di ottima qualità. Lodevole la fedeltà dell'immagine visualizzata rispetto all'originale così come la percepiscono i nostri occhi.

In basso a destra è riportata la mappatura delle funzionalità del multi-controller.

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Premendo il tasto di spostamento del punto di MAF, si passa alla relativa indicazione e si può agire direttamente.

Lo shutter lag varia da 0,1 a 0,2 secondi a seconda che l'obiettivo sia in pre-fuoco oppure no e dipende comunque dal motore in esso utilizzato. Una latenza in pratica inavvertibile, che si riduce ulteriormente se consideriamo il solo ritardo dell'otturatore.

Volendo segnalare soltanto le particolarità che la differenziano dalla concorrenza, alcune originali, potremmo dire innanzitutto che il tasto per la chiusura del diaframma per visualizzare la profondità di campo è situato in corrispondenza dell'interruttore di accensione: scelta estremamente intelligente, mai vista prima da quel che ricordo.

Ampie le possibilità di customizzazione delle funzioni, siamo a livello delle migliori reflex APS-C di ultima generazione:

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Fra le numerose possibilità offerte, segnaliamo la correzione dell'illuminazione periferica (vignettatura), distorsione, aberrazione cromatica laterale e diffrazione dell'obiettivo montato.

A fronte di tanta versatilità, dobbiamo però riconoscere che i progettisti hanno fatto un buon lavoro per rendere la macchina intuitiva da utilizzare. È certo un po' diversa dalle due eterne rivali, tuttavia anche il sistema a doppia ghiera simultanea (ad esempio, quella anteriore muove i tempi e quella posteriore i diaframmi) alla fine risulta efficace. Per i più creativi, sono disponibili 17 filtri digitali con parametri regolabili.

Un plauso ulteriore va alla durata della batteria: 720 scatti dichiarati con una carica completa secondo la normativa CIPA!

La qualità dell'immagine che la K-3 II riesce a restituire dipende ovviamente dall'obiettivo utilizzato, ma per tutti gli altri aspetti intrinseci della macchina (rumore agli alti ISO, gamma dinamica ecc.) possiamo comunque affermare che siamo a livelli molto alti, come del resto si evince dai sample che come sempre riportiamo al termine della prova.

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Pentax K-3 II + DA 70 mm f/2,4 Limited

Impressionante è soprattutto l'aumento di nitidezza ottenuto con la tecnologia PSR (Pixel Shift Resolution), quando è possibile utilizzarla, cioè su soggetti statici o in lentissimo movimento.

Il bilanciamento del bianco automatico (AWB) nella maggior parte dei casi fornisce risultati attendibili. Tende ad una dominante calda se usato con lampade al tungsteno, dove è preferibile impostare l'apposito preset.

Anche la qualità dei filmati è adeguata, pur con le limitazioni dovute alla mancanza della MAF automatica, perlomeno nell'utilizzo amatoriale; tuttavia, alcune macchine concorrenti appositamente progettate per questo scopo riescono a far meglio. Gli effetti speciali e i preset custom sono pure disponibili nel modo movie.