Ma come fa un aereo a sparire nel nulla?

Il tema del Boeing 777 di Malaysia Airlines scomparso nel nulla tiene banco da giorni e si è fatta strada anche l'ipotesi di un dirottamento "via smartphone". Ma la tesi è molto, molto fragile.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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Qui è il caso di fare un po' di chiarezza "tecnologica". Innanzitutto, sui giornali si parla di "transponder" come se lo spegnimento di quest'ultimo avesse permesso di rendere l'aereo invisibile. Un transponder, invece, è un dispositivo che è utile nella localizzazione solo in aeree coperte da rilevamento radar secondario, quello vicino agli aeroporti: dove un radar non c'è, il transponder è inutile. In particolare, l'aereo è sparito nel bel mezzo dell'oceano, lontano dai radar e quindi, se si fosse inabissato in quella zona, non sarebbe poi tanto strano ipotizzarne una sparizione.

Quello che è peculiare è che anche tutti gli altri dispositivi di comunicazione sono stati spenti, rendendo a questo punto l'aereo davvero "invisibile" fin quando posizionato in aree non controllate, e che l'aereo non è più tornato nel raggio di un radar "primario", cioè quei radar che non hanno bisogno dei dati di un transponder per rilevare la posizione.

Un discorso analogo vale per chi si chiede come mai nessuno abbia inviato un messaggio tramite cellulare in caso di dirottamento o di problemi. I cellulari funzionano solo vicino alle celle GSM, GPRS e simili. È capitato a tutti di lamentarsi per la mancanza di campo in una zona un po' isolata non troppo lontano da casa, figuratevi quanto campo può esserci a 11.000 metri di quota, in mezzo a un oceano.

Uno splendido grafico del New York Times spiega quanto sia complicato cercare un aereo nell'oceano...

Infine, c'è l'ipotesi del dirottamento effettuato con l'ipotesi di "rubare" l'aereo per usarlo poi chissà come. Purtroppo, e questa è la considerazione più amara, anche questa tesi non regge. Per quanto possa essere sperduto e isolato, un aeroporto è una zona controllata e un 777 non passa inosservato: verrebbe rilevato dagli aeroporti attorno, dai radar militari e dagli altri aerei. Considerata la zona in cui è sparito, per raggiungere un aeroporto si sarebbe dovuto avvicinare a installazioni che lo stavano cercando e sarebbe stato notato. Probabilmente, l'aereo non è atterrato...

A infittire ancora un po' il mistero c'è anche un report della prima ora, che adesso sembra esser stato dimenticato, che parlava di due macchie di carburante trovate a 500 metri di distanza  tra di loro. Un ritrovamento apertamente in contrasto con l'ipotesi più accreditata al momento, quella secondo la quale l'aereo avrebbe volato per almeno sette ore e mezzo prima di sparire definitivamente.

Del resto, il dato a cui fa riferimento la stima della durata prolungata del volo è ricavato da un sistema di comunicazione satellitare di sicurezza molto affidabile che è uno dei pochi non disinseribili manualmente. In pratica, anche dopo che l'ACARS (Aircraft Communication Addressing and Reporting System, cioè il sistema che gestisce la comunicazione automatica della posizione dell'aereo tramite onde radio) viene spento, sull'aereo resta attivo un segnale di "ancora in volo" che viene ricevuto dai satelliti in orbita. Questo segnale non invia coordinate di posizione, ma a seconda dei satelliti che lo ricevono si può restringere l'area di incertezza nella localizzazione dell'aereo.

In definitiva, ci si trova davanti a un caso unico nella storia degli incidenti aerei. Quanto accaduto finora non assomiglia a nessuno dei casi tipici di dirottamento, attentato terroristico o suicidio visti in passato. I fatti consigliano di non essere ottimisti, ma tutte le ipotesi sono ancora aperte.