Telecom Italia, secondo l'agenzia Reuters e il Mesaggero, lunedì avrebbe sottoposto al Garante delle Comunicazioni la sua proposta di piano per la separazione della rete.Le fonti avrebbero confermato un incontro tra l'amministratore delegato Amos Genish e lo staff dell'AGCOM. I dettagli dell'operazione non sono filtrati, ma di fatto l'ex monopolista ha mantenuto l'impegno con il Ministero per lo Sviluppo Economico, che tempo fa aveva sollevato la questione.

"La proposta è in linea con quanto richiesto dal Ministro Carlo Calenda, ma non si è parlato della possibilità di quotare la società della rete in Borsa", ha confermato una fonte. In pratica, considerando gli otto modelli esistenti di "equivalence" TIM starebbe vagliando la possibilità di passare dall'attuale quinto al settimo, denominato OpenReach. L'ottavo che designa la separazione strutturale non è considerato e bisogna ricordare anche che non ha esempi nel resto del mondo.
La realizzazione di un progetto come quello sottoposto da Telecom dovrebbe rendere di fatto TIM retail un cliente come gli altri - che acquista i servizi e gode della manutenzione grazie a un'unità all'ingrosso a cui farebbero riferimento tutti. La prima conseguenza è che tutti i provider italiani godrebbero di pari trattamento sotto ogni punto di vista.
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Si parla quindi di una societarizzazione della rete - più che uno scorporo, che dovrebbe consentire qualità e accesso a tutti gli operatori, senza contare impegni precisi per lo sviluppo dell'ultra-broadband.

Il Messaggero sostiene che l'asset della newco sarebbe l'intera rete, compreso l'ultimo miglio. Una rete che si stima possa valere 10/15 miliardi di euro, considerando anche il fatto che l'attuale FTTC è accreditata di una copertura pari al 73% delle abitazioni (Fonte Telecom: novembre 2017). Ciò vuol dire che in questo momento la rete in fibra più grande del paese è di Telecom; milioni di km che raggiungono gli armadi di quasi tutte le città d'Italia.

La proprietà rimarrebbe di Telecom Italia, ma nel consiglio di amministrazione sarebbe previsto un posto per un rappresentante dell'AGCOM con deleghe relative alla "compliance" per garantire il rispetto dei piani di investimento sulle infrastrutture. Inoltre sarebbe incluso lo spostamento di circa 20mila dipendenti dalla casa madre alla newco, ma questa ultima è un'indiscrezione senza troppi riscontri.
L'AD Genish dovrebbe sottoporre il progetto al suo consiglio di amministrazione fra qualche settimana e al Ministro Calenda il prossimo 7 febbraio.