Pilota professionista di droni civili in Italia, si può fare

Fare il pilota di droni per usi civili è una professione, uno dei cosiddetti nuovi mestieri? Qual è la formazione necessaria? Quali gli investimenti da fare? C'è già un mercato maturo? A tutte queste domande risponde Paolo Mirabelli, pilota di droni e CEO di Droni Lab Rende.

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a cura di Pino Bruno

I droni, se usati bene, potrebbero essere molto utili. Anzi, lo sono già. Servono alla protezione civile, ai vigili del fuoco, ai soccorritori dei dispersi sotto le valanghe, a chi interviene quando c'è un incidente stradale, semmai con un defibrillatore già pronto per l'uso, agli agricoltori che vogliono sorvegliare dall'alto le piantagioni, agli architetti e agli ingegneri che avranno nuovi strumenti per fare le rilevazioni e le ricognizioni dei cantieri. Ai giornalisti, agli archeologi che avranno nuove opportunità per le loro ricerche, agli spedizionieri per le consegne in città, persino ai ristoratori per recapitare pizze e piatti pronti ancora fumanti.

L'elenco potrebbe continuare all'infinito. Basta dotare il drone delle attrezzature e dei sensori adatti. L'unico limite sta nella fantasia e nell'ingegno. Come si diventa pilota di droni per usi civili e commerciali? Lo abbiamo chiesto a Paolo Mirabelli, pilota di droni, e CEO di Droni Lab Rende (Cosenza).

Paolo Mirabelli 01

Fare il pilota di droni è una professione?

Come in tutte le cose che faccio è prima una passione e poi una professione.

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Come si diventa pilota di droni in Italia?

Quando ho iniziato pensavo alla parola "pilota" sinonimo di "aviatore" (seppur in misura ridotta) e quindi pensavo: "come divento pilota di droni nel mondo?" e mi rispondevo: "beh come in tutto il mondo: esercitandomi e studiando, studiando ed esercitandomi".

Si frequenta un corso teorico di 33h (magari ci si iscrive a qualche aeroclub dedicato per avere anche qualche decina di ore di pilotaggio e magari anche esclusivamente in modo manuale) si fa un esame, si fa una visita medica dedicata, si frequenta un corso pratico da 16 ore (4 pomeriggi), si paga un'azienda specializzata per prepararti le pratiche burocratiche (manuale del volo, domanda di sperimentazione) e si chiede ad ENAC di riconoscere la qualifica del pilota (con eventuali limitazioni) garantendo l'addestramento continuo (le indicazioni minime riportate nella Circolare, 3 decolli e 3 atterraggi negli ultimi 90 giorni).

Che investimento si deve fare?

Solo per il multirotore come aeromodellista, da 30 a 2-3000 euro per un drone da "lavoro", da un paio di migliaia di euro per un drone con le caratteristiche minime richieste per le aree "non critiche" a tutto quello che serve per la "certificazione" ( aggiungi altri 2000 euro) a quello che ti serve per le varie operazioni lavorative (penso ad esempio a una telecamera multispettrale da 6000 euro o a una DSLR al posto delle classiche action cam).

Paolo Mirabelli 02

Quali droni consiglieresti?

In Italia ci sono molti professionisti che producono droni (peccato che il mercato sia ormai dominato dai droni cinesi che comunque hanno macchine spettacolari e investono nella ricerca giorno dopo giorno, mentre noi investiamo nell'assistenza burocratica e non abbiamo più molto tempo per sperimentare: inizierei comunque con un semplice quadricottero (magari con il fail safe) anche non dotato di FPV (First Person View, Wikipedia). All'inizio consiglio di non distrarsi.

Il passaggio successivo è un esacottero dotato di terminatore di volo e paracadute; sono un paranoico della sicurezza ma conosco molti piloti, me incluso, che non hanno mai avuto un incidente perché hanno sempre usato il buon senso. E comunque non disdegno i tuttala (Ala Volante, NdR) o gli alianti: per alcuni lavori sono indispensabili.

C'è un mercato? C'è un business?

Il mercato se non c'è già te lo inventi: ultimamente per l'Università della Calabria ho indicato almeno 34 utilizzi diversi dei droni in campo lavorativo e sicuramente mi sarò dimenticato i più ovvi. L'istituto francese Xerfi stima un indotto da 288 milioni di euro nel 2015; e secondo l'Huffington Post il mercato varrà 130 miliardi nel 2021!

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Quali sono gli ambiti d'uso dei droni?

Abusivismo edilizio, agricoltura, allenamenti sportivi, archeologia, bracconaggio, contrabbando, discariche abusive, frane, fotogrammetria, frontiere, giornalismo, incendi, inquinamento, meteorologia, piani regolatori comunali, protezione civile, sopralluoghi per incidenti stradali, trasporto, turismo, fotografia, risparmio energetico, sorveglianza, controllo vegetazione, drone-pastore e tanti altri.

Quali sono i punti di forza?

Semplicità d'uso (con e senza GPS, con e senza waypoint) e costo d'esercizio basso.

Paolo Mirabelli 03

Quali sono i punti di debolezza?

Autonomia in volo! Le batterie durano ancora poco (non "troppo poco") ma sono sicuro che  la soluzione si trova dietro l'angolo.

Qual è il tuo giudizio sul regolamento adottato dall'ENAC?

Passato l'entusiasmo iniziale i "piloti" certificati diminuiscono e quelli "autorizzati" si contano sulle dita di una mano; c'è qualcosa da cambiare per essere competitivi con il resto d'Europa e del mondo. Più volte ho letto e approfondito le altre normative europee e mondiali: basta guardare il sito di riferimento canadese, ad esempio, per capire che anche nella comunicazione e nell'apprendimento delle regole c'è ancora molto da fare

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Secondo te il regolamento va migliorato?

Si deve considerare anche un investimento di pochi euro per il cavo che dovrà ancorare a terra il drone una volta ottenuta la tanto cercata autorizzazione per le zone critiche.

Io mi attrezzo per le zone non critiche e quelle critiche e, se non mi scartano la richiesta d'autorizzazione, mi impongono l'uso del drone al guinzaglio? C'è bisogno di un cambiamento affinché gli investimenti, anche ingenti, da parte delle persone non vadano sprecati. Oggi la certificazione per uno specifico drone comprende manuale, terminatore, paracadute, il drone stesso, accessori e anche 180 euro – 2 ore di lavoro ENAC – per avere una previa lettura dei documenti. Dopodiché dovrei rifare tutta la trafila se volessi aggiornare la mia dotazione. Una procedura farraginosa che blocca il mercato.

Come si conciliano privacy, sicurezza e uso dei droni?

A proposito della sicurezza, bisogna dire che le più recenti schede di controllo hanno tecnologie molto avanzate, soprattutto rispetto agli aeromodelli di una volta. Credo che ci si possa sentire più sicuri. Quanto alla privacy, basta rispettare le leggi.

Cosa consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere questa attività?

Pazienza e buon senso. Pazienza nell'imparare le regole dell'aria, quelle utili al volo e a portare giù il drone, non a farlo cadere. Per capire la teoria del funzionamento e sapere affrontare tecnicamente tutti gli imprevisti. Buon senso per l'utilizzo corretto del drone nel pieno rispetto di pratiche di sicurezza consigliate, imposte e necessarie. Buon senso anche nell'essere consapevoli dei propri limiti, quelli del drone e dell'ambiente. Pazienza nell'esercitarsi con il simulatore e il drone stesso per ore ed ore, riservando gli aiuti solo per imprevisti e lavori lunghi. Io consiglio sempre d'imparare a pilotare prima in modalità manuale e solo successivamente utilizzare l'aiuto del GPS per l'hovering (volo a punto fisso).